Scuole e centri chiusi, arrivano in Friuli i nuovi stretti. Fedriga: “sacrifici necessari, la situazione è allarmante”

UDINE. Sempre riunioni del gruppo di lavoro coordinate, dal professor Fabio Barbone, come già domenica. E forse già oggi la sintesi di Massimiliano Fedriga, pronto per decisioni anti-Covid più restrittive di quelle previste dall’attuale zona gialla, ma da applicare localmente, soprattutto nella provincia di Udine, la più colpita in queste ultime settimane, in risposta a un’impennata nella curva di contagio che il presidente del Friuli Venezia Giulia non esita a definire “estremamente allarmante”. Al punto da imporre “sacrifici”, precisa subito, che, si spera, serviranno per una ripresa più serena dopo Pasqua.

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La scuola e i suoi contatti imprescindibili anche fuori dalla lezione? Folle nei fine settimana? La variante inglese, come sospetta lo stesso Fedriga? I fattori che hanno inciso ed è su quelli che si discutono a Palazzo. Con la politica che interverrà sulla base delle evidenze scientifiche, conferma il presidente senza escludere alcun tipo di provvedimento.

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Tra le ipotesi c’è la chiusura delle scuole, da decidere comunque in quali cicli e in quali comuni. Ma, visto il numero particolarmente alto nella regione di Udine, dove negli ultimi 14 giorni si sono registrati due nuovi positivi su tre, la Regione potrebbe ordinare anche l’arancia per tutta l’ex provincia, oppure mini zone locali in comuni in cui l’incidenza del contagio sui residenti ha superato i livelli di allerta.

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Interventi non semplici che dipendono anche dalla definizione di alcune partite nazionali. Nel caso delle scuole, il presidente vorrebbe garanzie sul congedo parentale, per permettere ai genitori di restare a casa con i propri figli. D’altra parte, nel caso di un nuovo stop allo sfruttamento pubblico e al commercio, si tratta di ottenere impegni dal governo su ristori immediati. Dopodiché occorre anche attendere i contenuti del DCPM nazionale, ormai prossimo alla firma del presidente del Consiglio Draghi, e concordare anche eventuali ordinanze regionali con i ministeri competenti.

Un’immagine complessa con Fedriga che raccoglierà le indicazioni dei tecnici e deciderà sui vincoli anti-surge. Da scattare, però, non subito, ma tra pochi giorni, per un’informazione adeguata a sindaci e parti sociali e per permettere alle imprese e alle famiglie di organizzarsi nella nuova emergenza. “Preferisco due o tre settimane di sacrifici oggi – le parole del presidente – e con aprile, quando la previsione è di un calo dei contagi, per recuperare, piuttosto che prolungare una situazione di diverse settimane o mesi che sarebbe oggettivamente insostenibile”.

Inoltre, le cifre sono chiare da una settimana. Il confronto dei casi rispetto ai sette giorni precedenti di ieri segnava un + 49,8% dopo aver toccato il + 60% sabato 27 febbraio, con conseguenze purtroppo immediate anche sui ricoveri, aumentati dell’11% rispetto a giovedì scorso (da 391 a 435). Il bollettino pubblicato da Riccardo Riccardi riporta 172 positivi nelle 24 ore tra 145 da tampone molecolare (su 1.587, 9,14%) e 27 da test rapido (su 460, 5,87%).

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L’incidenza sul numero totale dei controlli (2.047) è dell’8,40%, la più significativa tra coloro che vengono tamponati per la prima volta rimane stabile intorno al 18%. 76.984 persone hanno contratto il virus dall’inizio della pandemia, di cui 35.331 in provincia di Udine (+92), 16.857 a Pordenone (+6), 14.797 a Trieste (+31), 9.104 a Gorizia (+41)) e 895 da fuori regione (+2). La Regione segnala anche su quattro ospiti positivi nelle residenze per anziani, ma su nessun operatore sanitario contagiato né nelle case di riposo, né negli uffici e nei servizi ospedalieri.

Conferma di un effetto vaccinale che la scorsa settimana ha visto un calo del 40% delle infezioni (da 30 a 18 nei clienti e negli operatori nei sette giorni precedenti), mentre in SSR si è registrato un lieve aumento (da 24 a 26) che rimette in discussione la provincia di Udine con 23 contagi nell’azienda Friuli Centrale. Le unità di terapia intensiva impiegate sono 62 (+1), le zone mediche 373 (+12). Con i tre morti di giornata, il numero totale delle vittime è 2.844: 1.422 a Udine (+1), 639 a Trieste (+1), 595 a Pordenone e 188 a Gorizia (+1). Attualmente i positivi sono 10.162 (+80), il totale curato 61.964, gli isolati 9.727 (+67).

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