Caduta Milan con il Napoli: l’Inter vola via e si infiamma la zona campioni

Decide il gol di Politano in una partita dove i rossoneri erano opachi. La lotta per il secondo al quarto posto è una rissa. Rebic espulso

Il miglior presagio si è trasformato nello scenario peggiore. Dopo due passi avanti decisivi – Verona, United -, pieno di cose belle e un futuro tinto di rosa, per il Milan ecco una doccia fredda: il Napoli batte San Siro 1-0 con un gol di Politano ed è un KO che pesa tre volte. Perché permette all’Inter di volare a +9, perché serve un pasto completo a un diretto avversario per la Champions League e perché offusca le certezze acquisite nelle partite precedenti.

Le Meazza si riconferma fidanzato del Diavolo: quattro sconfitte in casa nelle ultime sette presenze in campionato. Uno stadio, o meglio il “suo” stadio, che Gattuso viola. Felice di aver dato prova di forza in una situazione molto complicata a livello personale (nel frattempo ora sono 10 punti in quattro gare), ma forse un po ‘meno contento di aver dato un brutto schiaffo al suo passato. Il Napoli non vinceva in trasferta dal 10 gennaio e quel successo sta avendo un effetto dirompente sulla lotta in Champions League. Ora, esclusa l’Inter, ci sono cinque squadre in sei punti per tre posti. Combatterà fino alla fine del campionato.

Scelte

L’infermeria ha rimandato tre giocatori a Pioli in un colpo solo – Hernandez, Calhanoglu e Rebic – ma ha perso un altro per strada, Calabria. Quindi: Dalot a destra e Tomori, diventato garante in poche partite, al posto di Romagnoli, ancora infortunato. Tra i due però c’è stata una novità, ovvero il ritorno di Gabbia (mancava dal 13 dicembre, giorno dell’infortunio al ginocchio), facilitato dalle condizioni non ottimali di Kjaer, parato al ritorno con lo United. . Una difesa totalmente nuova. Al centro Tonali si è visto dall’inizio, Castillejo sulla trequarti, Calhanoglu al ritorno e Krunic ha preferito Rebic. Di fronte, come al solito, Leao. Diversi problemi hanno dovuto affrontare anche Gattuso, costretto a partire per il Milan senza Lozano, Rrahmani e Manolas. In pratica, difesa quasi obbligatoria con Maksimovic accanto a Koulibaly, e Hysaj e Di Lorenzo (l’alternativa al centro poteva essere lui) sugli esterni. Mediana e trequarti erano quelle previste e il ballottaggio della settimana per la maglia del centravanti ha portato a casa Mertens, con Osimhen pronto a subentrare. Una staffetta obbligatoria, visto che i due non hanno ancora 90 nelle gambe.

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Differenze di gamma

Il primo tempo non ha offerto uno spettacolo indimenticabile. Le squadre stanno molto attente a rimanere il più corte possibile e, dopo dieci minuti al centro, l’inerzia è passata al Napoli. Meglio in dribbling, tecnica e precisione del Milan, ma troppo fumoso al momento della conclusione o dell’ultimo passaggio. In ogni caso gli Azzurri stanno meglio a punti, soprattutto per una maggiore efficienza nel girone. Insigne ha scommesso spesso che Dalot e Hysaj in particolare hanno martellato molto sulla sponda sinistra, costringendo Castillejo a stare molto attento, un po ‘troppo basso rispetto alle sue abitudini. La sfida sull’altra corsia è stata più equilibrata in quanto Hernandez con le sue lacrime non ha permesso a Politano una pressione costante. Il miglior vantaggio del Napoli è stata l’autorità con cui ha preso possesso della partita, quella del Milan l’umiltà di accettare la superiorità tecnica dell’avversario senza eccitarsi e senza avere paura, chiudendo abbastanza bene gli spazi. L’occasione più chiara è finita sul sinistro di Zielinski, guidato da Insigne, eliminato. Il 20 azzurro, servito in gara e senza problemi di marcatura, avrebbe potuto fare molto meglio. Il resto è stato un lampo: Hernandez ha innescato prima Leao, bloccato da Ospina, poi il destro (alto) di Calhanoglu, ancora in evidente rodaggio così come Mertens, poco ricercato e poco reattivo con palla tra i piedi. Ancora Zielinski, neutralizzato da Donnarumma, e tutto per la prima frazione.

Stanco

Il Napoli è andato al quarto minuto della ripresa e il gol è coerente con quello che abbiamo visto nei primi 45 in quanto ha favorito gli errori del Milan, che ha commesso diversi errori nella stessa azione. Primo fuori Dalot (brutto passaggio per Castillejo, anticipato da Hysaj), poi Kessie fora il vantaggio e infine la struttura difensiva, che permette a Politano di presentarsi davanti a Donnarumma con Hernandez fuori posizione. Il destro dell’esterno azzurro non è stato un granché, un po ‘ristretto, lento ma abbastanza beffardo da superare Donnarumma. Un Milan opaco, visibilmente stanco dopo l’intensità del match contro lo United e poco incisivo in attacco. Pioli, infatti, ha cambiato tutta la trequarti in un quarto d’ora: dentro Saelemaekers, Diaz e Rebic, mentre dall’altra parte Gattuso ha portato Mertens fuori dal palco per Osimhen. La tripla novità ha dato i suoi effetti perché in quel momento la dirigenza è diventata rossonera. Un Milan rigenerato in termini atletici, ma non ancora sufficientemente efficace in area di porta. Al 20 ‘l’occasione più netta della sfida: cross perfetto di Rebic per Leao che, a pochi passi dalla porta, centra un dritto piatto con estrema morbidezza. Un pasto colossale. Poi ancora Rebic, che con la testa esalta i riflessi di Ospina. Proteste rossonere contro l’intervento di Bakayoko nell’area di Hernandez, che Pasqua ha rivisto al Var, non valutandolo su rigore. Il Milan ci ha provato fino in fondo, ma utilizzando di più la pancia della testa. Quel Rebic ha perso nel recupero: rosso diretto per frasi non molto belle per l’arbitro. Molte sciocchezze anche alla luce del rilascio di Leao dal campo, apparentemente a causa di problemi muscolari.

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