Parma-Milan in 3 chiavi: Théo, mentalità, assistenti di Ibrahimovic

Al Tardini la squadra di Pioli gioca una parte della qualificazione alla Champions contro una squadra che ha un disperato bisogno di punti salvezza. Ed è tutt’altro che rassegnato

Il Parma sarebbe già molto felice di ascoltare ‘O generoso’, l’inno della Serie A, anche la prossima stagione. Il Milan ovviamente ha tanta musica diversa per la testa e non vede l’ora di sentire i propri tifosi cantare a squarciagola “i campioni”, magari allo stadio, se la pandemia consentirà a San Siro di indossare l’abito di gala. Martedì e mercoledì sera. Obiettivi diversi, quelli delle squadre che si affronteranno questa sera al Tardini. La partita potrebbe non essere decisiva, ma sicuramente importante per entrambi: abbiamo scelto tre temi chiave per analizzarla.

Questione di mente

Roberto D’Aversa, tornato in panchina gialloblu dopo l’esonero di Liverani, ha restituito all’ambiente la convinzione che la salvezza non sia impossibile. È quanto sostiene la nuova proprietà americana, ma il Parma nelle ultime partite è sembrato un po ‘”maledetto”: ritorni sanguinosi subiti, momenti chiave della partita che girano nel verso sbagliato (gol annullato con Var a Gagliolo nel teso confronto diretto a Benevento). Ma è una formazione che può mettere in difficoltà il Milan (all’andata ha pareggiato 2-2) e cerca un risultato che possa girare l’angolo. Quanto al Diavolo, beh, dobbiamo cancellare la brutta impressione lasciata dall’inizio del match contro la Sampdoria. Il pareggio con la Samp non è un dramma, le energie scarseggiano per molti veterani delle nazionali, ma l’atteggiamento di Stefano Pioli non è stato affatto apprezzato.

Secondo

A proposito di focus: Theo Hernandez viene chiamato a riscatto dopo una settimana passata a cancellare l’errore che ha regalato il gol a Quagliarella. Ha già segnato due gol contro il Parma nella partita di Meazza: nessuno si aspetta che questo si ripeta in Emilie, ma sicuramente gli viene richiesta più attenzione, oltre ai soliti dollari ‘box to box’. A questo punto della stagione, la superficialità non è più consentita. Nemmeno – o forse soprattutto – se coinvolge le parti migliori della squadra.

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Ibra e gli aiutanti

Sarà il momento di diventare “Antivirus” nel film della saga di Asterix: il Milan oggi non ha bisogno di un legionario romano, ha bisogno di un campione svedese. Zlatan Ibrahimovic sarà al centro dell’attacco e risponderà presente, ma insomma una mano in fase di realizzazione non lo rifiuterebbe di certo. Così Rebic (candidato a giocare a sinistra più di Leao) e Calhanoglu sono chiamati ad aumentare il loro bottino di punteggio. E se Brahim Diaz estromettesse davvero i Saelemaekers per il posto di destra, il pericolo offensivo del Milan aumenterebbe. Ma è anche questione di equilibrio tattico: sta a Pioli capire se, come e quando giocare questa carta.

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