Costi Covid e meno clienti: aumentate le commissioni RSA a Mantova

L’aumento che grava sulle famiglie varia da uno a due euro e trenta centesimi al giorno. È già operativo in 14 delle 49 case di cura, altre strutture richiedono tempo

MANTOVA. Nelle case di cura di Mantova è scattato l’allarme dritto. Covid ha comportato un aumento dei costi in termini di dispositivi di protezione individuale da fornire al personale e misure organizzative da adottare per evitare il contagio. Inoltre, i morti e gli ingressi bloccati hanno svuotato i letti. L’unico rimedio a questa situazione per i consigli di amministrazione è aumentare i compensi. Ad esempio la casa di riposo di Viadana ha fatto così ma l’aumento partirà da maggio, mentre al Mazzali di Mantova l’aumento (due euro al giorno) è già in vigore dal 1 ° gennaio. Altre strutture potrebbero, invece, decidere di innescare gli aumenti nei prossimi mesi.

Su 49 case di riposo (3.311 posti letto in totale), secondo i dati del portale Ats Val Padana, 34 hanno finora evitato l’aumento dei prezzi. Mancano i dati su Morando di Ostiglia. I 14 che lo hanno fatto, con un aumento da uno a due e trenta euro, sono (dal 7 aprile): casa di fondazione per Asola (52 euro l’importo minimo), Zanetti e Cominelli (Castiglione, 54), Nuvolari (Roncoferraro, 60 ), Boni (Suzzara, 57,50 euro), Nicolai (Volta, 59), Mazzali (Mantova, 57), San Biagio (Cavriana, 59) e Scarpari Forattini (Schivenoglia, 63), la RSA comunale di San Benedetto Po (55 euro ), Unità di riabilitazione geriatrica (Curtatone, 55), Caracci (Gazzuolo, 56), Casa pace (Mantova, 66,30 euro), Cordioli (Marmirolo, 58) e Cappi (Poggio Rusco, 60). Gli altri stanno attualmente resistendo alle accuse dello scorso novembre, ma non si sa fino a quando.

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“Si prevede un duro colpo ai capifamiglia se la Regione non si assume la responsabilità di quanto accaduto”, ha dichiarato il segretario provinciale della sinistra italiana, Fausto Banzi, uno dei primi a tirare il campanello d’allarme. Dove le famiglie non intervengono per riparare il buco, lo fanno i comuni, ma non può accadere indefinitamente. Il comune di Mantova, ad esempio, per evitare l’aumento dei costi per le famiglie delle due case di riposo Isabella d’Este e Luigi Bianchi, gestite da Aspef, è intervenuto sulla cifra di 750mila euro per pareggiare il bilancio, mentre Mazzali ha pagato 170mila euro. in due rate. Quest’anno, se la situazione non cambierà, sarà necessario lo stesso intervento, ma non è certo che i fondi comunali saranno in grado di sostenerlo. “Se avessimo voluto saldare il nostro budget, avremmo dovuto chiedere 10 euro in più al giorno”, spiega Mara Gazzoni, presidente della fondazione Mazzali e di Apromea, una delle due associazioni che riuniscono le case di riposo nel regione di Mantova. “Da quello che ho capito – dice – la linea delle diverse strutture non è quella di far pagare Covid alle famiglie, ma il problema è che la Regione non dà risposte: se ci aiuta non lo fa. Non ci sono problemi, se non lo fa bisogna tener conto del fatto che i nostri bilanci adesso sono in rosso ”.

Il Pirellone ha incrementato del 2,5% il budget annuo della casa di cura che, tradotto in valuta forte, significa un ulteriore euro al giorno a persona per ogni casa di riposo. “Non è molto, ci vuole di più” dice Adriano Robazzi, presidente di Uneba, l’altra associazione che riunisce l’ex Ipabs e direttore amministrativo della Fondazione Zanetti e Cominelli a Castiglione delle Stiviere. “Se la Regione non decide di aumentare questa percentuale, potrebbero esserci tensioni sulle royalties nella seconda metà dell’anno”. Il che, tradotto, significa lo spettro di un aumento anche dove finora è stato evitato. “Anche nelle nostre strutture – spiega Robazzi – l’aumento dei canoni è stato di due euro, un aumento simbolico. Mi auguro che la Regione si impegni sui tavoli già al lavoro, consapevole che solo così potrà tutelare la qualità dei servizi erogati e dei soggetti interessati ”. Una posizione costruttiva perché, nel frattempo, tutte le case di riposo sono impegnate in uno slalom per non incappare nei tanti problemi (difficoltà di lettura) che Covid ha disseminato lungo il loro cammino.

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