In questi giorni non parliamo d’altro. Riaprono bar, ristoranti, palestre, cinema e tutte quelle attività chiuse da mesi Covid. I ristoratori, gli imprenditori, i proprietari di impianti sportivi sono esausti, alcuni sul piede di guerra (e il proteste di Roma sono la prova evidente): non ce la fanno più e lo chiedono al governo una certa data di riapertura. Insomma, una necessità: ne è convinto Matteo bassetti, direttore della clinica malattie infettive di San Martino di Genova, che ha Aperto spiega: “Dobbiamo riaprire gradualmente e in sicurezza. Ci vuole coraggio, molti Paesi stanno riaprendo nelle ultime settimane. Perché non noi? Allora dicci se bar e ristoranti negli ultimi mesi hanno colpito in modo significativo le infezioni. Non mi sembra. La gente, infatti, continua a vedersi a casa, nei giardini e nelle piazze ”.
“Spostiamo il coprifuoco a mezzanotte”
La proposta di Bassetti è semplice e chiara: autorizzare ora (o almeno entro maggio) la “riapertura dei locali esterni, con i tavoli fuori e solo dopo tutto il resto”. E il coprifuoco? Come si può permettere agli italiani di andare al ristorante, anche la sera, se devono tornare a casa 22? “Dovremmo anticipare il coprifuoco di due ore, magari prendendolo 22 tutto 24. Puoi anche usare il file colletto verde poiché abbiamo già milioni di persone vaccinate. Chi ha già ricevuto il vaccino o ha un tampone negativo, ad esempio, potrebbe sedersi anche all’interno per minimizzare i rischi ”. Tutte le altre misure di sicurezza sono chiaramente riservate: dall’allontanamento sociale al numero limitato di posti nei locali. “Dov’è il problema della riapertura con un clima mite come quello italiano? Devono esserci protocolli ben precisi – prosegue – che ovviamente devono essere applicati in modo rigoroso ”.
“Maggio è il mese della riapertura”
“Può essere il mese di riaperture – Bassetti a Aperto – Serviamo persone fuori dai locali, il caldo ci darà una mano. Al massimo, nelle giornate più fredde, i “funghi” si accenderanno per riscaldare i commensali fuori o per indossare i loro cappotti. Ma riapriamo. Ripeto, prima le stanze con spazi esterni, poi tutte le altre, magari con pochi tavoli, con occupazione ridotta delle stanze ”. Per Bassetti è tempo di pensare anche all’economia: “Abbiamo avuto tanto coraggio per chiudere e poco per riaprire. Le paure sono corrette, ma sappiamo che il rischio zero non esiste. Ora dobbiamo dare vita alle attività che già soffrono. Diamo una data ma facciamolo in modo coerente: non dire “riapriamo” e poi qualche giorno prima torniamo indietro e diciamo “no” ”, ha aggiunto. Di 30 aprile le zone gialle potrebbero tornare (cancellate dagli ultimi decreti); in attesa del ministro Mariastella Gelmini ha detto che un programma di riapertura potrebbe “arrivare già questa settimana”.
“Sì negli stadi a capacità ridotta”
Infine, Bassetti si dice a favore della riapertura di teatri, cinema e anche stadi. “Perché non possiamo fare, ad esempio, spettacoli all’aperto? Si potrebbe anche ipotizzare all’interno con spaziatura adeguata, con tampone negativo, con vaccinazione. E comunque, potremmo garantire il 20-30 percentuale di riempimento, non di più ”. Sugli stadi ha le idee molto chiare: “Sì, tutto 10-15 per cento agli Europei per dare una sorta di normalità, almeno per le ultime due partite di campionato. Ingressi, vetri e spaziatura separati. Lo stadio mi sembra il posto più facile dove mettere le persone e distanziarle. Se acceso 80 mila lo metti 8 mila… “. Il ministro Dario Franceschini, a tal proposito, ha già richiesto che, nel caso in cui siano consentite manifestazioni sportive con pubblico, le stesse regole si applichino ai concerti e alle esibizioni negli stadi.
Foto di copertina: ANSA / LUCA ZENNARO
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