Estrarre ossigeno dalla CO2: la perseveranza lo ha fatto su Marte

Moxie, il dispositivo che ha trasformato l’anidride carbonica di Marte in ossigeno (Reuters)

I razzi utilizzano infatti carburante che deve essere miscelato con notevoli quantità di ossigeno, prontamente disponibile sulla Terra, ma certamente non su Marte. Per avere un’idea, si ritiene che la NASA abbia stimato che 4 astronauti in una capsula in cima a un razzo avrebbero bisogno, con le attuali tecnologie, di 7.000 chilogrammi di carburante, ma anche di 25.000 di ossigeno.

In pratica, per tornare sulla Terra, o almeno per tornare da Marte, sarebbe necessario prima trasportare un’enorme quantità di ossigeno. Il confronto con il consumo dovuto alla respirazione umana è pressoché spietato: in un anno i quattro astronauti consumerebbero al massimo una tonnellata di ossigeno.

Ossigeno per il ritorno

Ecco lo scenario che potrebbe aprirsi: trasportare su Marte uno strumento frutto di questo esperimento dimostrativo che, in totale, non dovrebbe pesare più di una tonnellata e servirebbe per respirare e miscelare il carburante del razzo di ritorno.

Una piccola esperienza che ha un peso specifico significativo nella roadmap per arrivare su Marte e rimanerci, anche se solo per poco tempo. Marte è infatti uno degli obiettivi principali della conquista dello spazio, ma anche un pianeta molto inospitale con una temperatura media di – 60 gradi, un’atmosfera super rarefatta praticamente solo anidride carbonica, la densità è un centesimo di quella della Terra, e soprattutto non ha un campo magnetico globale che lo circonda, come per la Terra, difendendo il pianeta dalle radiazioni e dal vento solare.

Insomma, vivere su Marte non sarà facile per l’umanità: ad oggi non sappiamo come farlo, dallo scioglimento delle calotte polari per creare l’effetto serra, che stiamo cercando di evitare qui sulla Terra, in fase di estrazione. l’acqua dal seminterrato per costruire edifici di ghiaccio, ingegneri e scienziati pensano a tutto.

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