Stati Uniti, raid aerei contro milizie filo-iraniane al confine iracheno-siriano – Corriere.it

Su ordine del presidente Biden, le forze militari statunitensi hanno effettuato questa notte attacchi aerei difensivi di precisione contro le strutture utilizzate dalle milizie filo-iraniane, tra cui Hezbollah, nella regione di confine tra Iraq e Siria. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono John Kirby, mentre il capo della Casa Bianca, di ritorno da Camp David a Washington, non commenta. Ne parliamo domani, ha detto Biden ai giornalisti. Come evidenziato dai raid di questa sera, il presidente Biden ha chiarito che agirà per proteggere il personale statunitense. Alla luce della serie di attacchi sferrati dalle forze filo-iraniane contro gli interessi americani in Iraq – precisa Kirby – il presidente ha ordinato nuove azioni militari per fermare e prevenire questi attacchi. I raid sono stati lanciati contro tre complessi: due in Siria e uno in Iraq.

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, una ONG con sede unaLondra Basandosi su una vasta rete di fonti in Siria, almeno cinque combattenti iracheni filo-iraniani sono stati uccisi – e molti altri feriti – negli ultimi attacchi aerei statunitensi sul confine iracheno-siriano. E secondo l’agenzia ufficiale siriana Sana, negli stessi attacchi è stato ucciso un bambino e almeno tre persone sono rimaste ferite.


Questi non sono i primi raid ordinati dal presidente degli Stati Uniti, che già ultimo febbraio aveva deciso di colpire un sito in Siria utilizzato da due gruppi filo-iraniani in risposta a attacchi missilistici contro gli americani nella regione. Una mossa che ha sollevato preoccupazioni al Congresso perché il presidente non aveva chiesto l’autorizzazione, sostenendo di avere il potere di farlo ai sensi dell’articolo II della Costituzione americana. Questi attacchi erano entrambi necessari per rispondere alle minacce – hanno spiegato al ministero della Difesa – e avevano una portata opportunamente limitata. Per quanto riguarda il diritto interno, il presidente ha preso questa decisione alla luce del suo potere, previsto dall’articolo II, di proteggere il personale statunitense in Iraq. L’annuncio del Pentagono arriva mentre il Congresso sta valutando la revoca dell’autorizzazione all’uso della forza militare (Aumf) in Iraq.

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28 giugno 2021 (modificato 28 giugno 2021 | 05:02)

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