Ma resta l’ipotesi di un gesto volontario. Verrà eseguita l’autopsia
La procura di Mantova indaga sul reato di istigazione al suicidio in relazione alla morte di Giuseppe De Donno, ex capo del reparto di pneumologia dell’ospedale Carlo Poma e padre della terapia anti-Covid con plasma iperimmune. Tra gli atti disposti dalla procura c’è anche l’autopsia sul corpo del medico, che verrà eseguita nell’obitorio dell’ospedale di Mantova.
In pratica, l’obiettivo degli inquirenti è capire se qualcuno possa aver indotto l’ex primario, che il 5 luglio aveva iniziato la sua nuova attività di medico di base al momento della sua dimissione dall’ospedale, al suicidio, senza lasciare messaggi. Ma tutto lascia per il momento propendere per il gesto volontario.
De Donno si sarebbe suicidato mentre si impiccava ed è stato trovato martedì scorso dai membri della sua famiglia nella sua casa all’Eremo di Curtatone. I fucilieri e il magistrato hanno ascoltato i membri della sua famiglia, sua moglie ei suoi due figli, mentre sono stati sequestrati i telefoni cellulari e il computer del medico. I funerali non avranno luogo fino alla prossima settimana.
De Donno, nei caldi mesi della pandemia dello scorso anno, era diventato un simbolo della lotta al virus effettuata con plasma prelevato dagli infetti e guariti, poi trasfuso agli ammalati. La sua battaglia per imporre la terapia aveva suscitato molte polemiche, dividendo l’opinione pubblica sui social media tra pro e contro. De Donno era assiduo frequentatore, fino a pochi mesi fa, di Facebook, dove anche con profili fake discuteva con se stesso dell’efficacia del plasma iperimmune. Qualche tempo fa, però, ne era uscito quando si era accorto che molti dei suoi seguaci non erano vax. Sui social, la sua morte, oltre a suscitare dolore ed emozione, ha anche scatenato un guazzabuglio di teorie del complotto. Soprattutto per la sua improvvisa decisione di dimettersi dall’incarico di primario di ospedale per intraprendere la carriera di medico di famiglia. De Donno non l’aveva mai pubblicamente collegata alla delusione della plasmaterapia iperimmune ritenuta inefficace; questa sosta, invece, aveva riportato sotto controllo i fantasmi di un vecchio malessere psicologico fino a quel momento. Paradossalmente, l’emergenza Covid con la necessità di rimanere in reparto fino alle 18 accanto ai pazienti ha avuto un effetto positivo su De Donno, che è scomparso quando l’emergenza all’ospedale si è attenuata.
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