Pakistan, liberato bambino accusato di blasfemia, la folla saccheggia tempio indù – Corriere.it

di Scrittura straniera

Fino a 200 persone hanno preso d’assalto la scorsa notte rompendo porte e finestre, altre 500 hanno bloccato la strada principale per tre ore

Decine di musulmani hanno preso d’assalto e saccheggiato un tempio indù a Rahim Yar Khan, nel Pakistan centrale, in risposta il rilascio su cauzione di un bambino accusato di blasfemia. Alcuni video pubblicati sui social mostrano gli aggressori che sfondano finestre con sbarre di ferro. “Non ci sono troppi danni”, ha detto Riasat Ali, un funzionario amministrativo locale, secondo il quale le forze di sicurezza sono state dispiegate per proteggere i membri della comunità indù locale.

Il minore, un giovane di 11 anni, era stato denunciato da un religioso per aver urinato in un seminario locale e la giustizia aveva aperto un’inchiesta per blasfemia. La decisione del tribunale di rilasciarlo, senza respingere l’accusa, ha fatto esplodere i manifestanti, che ha chiesto l’arresto o la consegna del minore.

La polizia ha trasferito bambino e famiglia in un luogo “sicuro e sconosciuto” non bastava scusarsi pubblicamente e fingere che il piccolo soffra di problemi mentali. I manifestanti, intanto, continuano ad assediare il tempio, che è stato circondato dalla polizia.

L’edificio è l’unico luogo di culto a disposizione delle 80 famiglie indù che vivono a Bhong, nella provincia del Punjab. La polizia dice che fino a 200 persone hanno preso d’assalto il tempio la scorsa notte, rompendo porte e finestre, e altre 500 hanno bloccato la strada principale dal Punjab alla provincia del Sindh per tre ore in segno di protesta. La dura legge sulla blasfemia del Pakistan risale ai tempi del colonialismo. La regola voluta dagli inglesi per evitare scontri interreligiosi è stata poi riformata più volte negli anni ’80 dal dittatore Mohamed Zia-ul-Haq, che la rendeva più vulnerabile agli abusi.

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5 agosto 2021 (modificato il 5 agosto 2021 | 13:53)

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