Luna svolta storica è arrivata in prima serata e ha lasciato tutti sbalorditi: Leo Messi saluta il Barcellona. Con una nota pubblicata sul proprio sito lo comunica il club blaugranao la cessazione definitiva del rapporto con l’argentino, “per i problemi economici del club e per l’impossibilità di trovare una soluzione per il tesseramento, in nome delle regole e dei parametri imposti dalla Liga”. Sì, ma cosa significa? Proviamo a fare un po’ di luce condizioni che portarono al doloroso addio, dopo 21 anni di storia insieme
IL DEBITO MOSTRO, IL SUPERLEGIO E IL MASSIMO DELLO STIPENDIO – Il vero problema è dettato dal debito mostro di Barcellona, che il club blaugrana aveva cercato di eludere stipulando l’accordo per una superlega europea con gli altri grandi club del Vecchio mondo, situazione che si è rivoltato contro di lui quando si è trattato di negoziare con la Liga: il vero ostacolo all’adesione di Messi è dovuto al fatto che negli ultimi anni, la massima lega di calcio spagnola ha pianificato un tetto salariale per la formazione di prima e seconda divisione, aggiornato annualmente in base a vari fattori.
LIVELLO DI 383 MILIONI DI EURO, -274 RISPETTO AL 2020: CALO DEL 41,7% – Questi sono stipendi stipendi, ammortamenti, compensi calciatori in prestito, stipendi per cessione diritti d’immagine. La figura del tetto viene concordato e stabilito da ciascuna società, che ha il diritto di proporlo all’autorità di convalida, che a sua volta può o non può accettare. complice il crisi post-covid, nell’ultimo aggiornamento, molti club hanno dovuto pagare le tasse: bonus pulire Il Barcellona, che ha subito il calo maggiore, visto che i catalani possono spendere un massimo di 383 milioni di euro sugli stipendi, cioè -274 rispetto all’anno precedentee, con a crollo del 41,7%.
TRASFERIMENTO FALLITO E GUERRA CON LALIGA – Uno taglio netto contestato dal club, che però impedisce il rinnovo e la firma del nuovo contratto di Messi, anche se il Barcellona promette di eliminare altre spese in futuro, visto che l’azienda ha già superato il tetto salariale e non ha ridotto il proprio stipendio con altre vendite. Da qui l’impossibilità di concludere un nuovo accordo con l’Argentina. Non solo, Barcellona, con il Real Madrid si è opposto apertamente al CVC, il fondo di investimento pronto a mettere nelle casse della Liga due miliardi e 700 milioni di euro, in cambio del 10% dei futuri profitti del campionato spagnolo. In breve, uno scontro politico a tutti gli effetti, che Laporta e la sua gente pagarono un prezzo molto alto.
@LeDigio89
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