Olimpiadi, Tokyo: Kipchoge si conferma campione maratona

Dopo Rio 2016, il keniano si ripete. Azzurri tornano: Faniel, 20°, è il migliore. El Fathaoui chiude 47esimo, Rachik si ritira

Dal nostro inviato Andrea Buongiovanni

Il re è tornato: Eliud Kipchoge, in questa fase il più grande maratoneta della storia, è ancora una volta campione olimpico. Dopo Rio, Tokyo. Anzi, Sapporo. I Giochi Olimpici di atletica giapponese non avrebbero potuto avere un ultimo vincitore più dignitoso: il maestro keniano della 42 km lancia l’attacco decisivo poco dopo il 30esimo km e non c’è più storia. È una corsa trionfante. Dopo l’Abebe Bikila di Roma 1960 e Tokyo 1964 e il Waldemer Cierpinsky di Montreal 1976 e Mosca 1980, è l’unico ad aver vinto due titoli in cinque cerchi (consecutivi) su 42 km. Eliud, una leggenda, chiude in 2h08’38”. Poi – clamorosi – due europei: l’olandese Nageeye (2h09’58”) e il belga Abdi (2h10’00”).

Che gara

Il caldo: la gara è “lenta”. Dopo un passaggio all’intervallo in 1h0513″, al 30° (1h32’31”), otto restano nel gruppo di testa. Questo è quando Kipchoge decide di prendere l’iniziativa. Il vantaggio, prima di 10 metri, poi di 20, poi di 50, diventa subito insormontabile. Tra il 32° e il 33° si passa dai 7 ai 15”. Il keniano ha un’azione forte e meravigliosa. Come ai bei vecchi tempi. Chiunque abbia pensato che il passo falso di Londra dello scorso ottobre fosse il canto del cigno è servito. Il parziale tra il 30° e il 35° km è di 14’28”! Con 28 gradi. Con il 73% di umidità. A 36. Che fenomeno. Vederlo in azione è una gioia vederlo. C’è un pubblico sulla strada per Hokkaido: assistono a uno spettacolo unico. Dietro al re, la lotta per il secondo posto è accanita. Al 40° km (per Kipchoge 2h01’55”, un vantaggio di 1’17”), ce ne sono ancora quattro alle sue spalle. La volata per la piazza d’onore è incandescente. Sorprendentemente compaiono Abdi Negeeye e Bashir Abdi, entrambi atleti di origine somala. Seguono l’altro keniano Lawrence Cherono (2h10’02”) e lo spagnolo Ayad Lamdassen (2h10’16”). Il margine di vittoria di Eliud è il più ampio della storia olimpica da quello con cui il grande americano Frank Shorter vinse a Monaco nel 1972.

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Italiani

Poca gloria per le tre portatrici azzurre. A metà gara, Eyob Faniel è nel gruppo di testa, con Yassine Rachik a 15″ e Yassine El Fathaoui a 48″. Eyob resiste fino al 25° km, poi si stacca (al 30° è 18° a 41” dal primo), passaggio che Rachik non supera, si ritira. Faniel è 16° al 35° (1h49’34”, 2’34” da Kipchoge), al 40° passa 18° (2h07’12”) e chiude 20° in 2h15’11”. El Fathaoui, metallurgista di 38 anni, è 47esimo in 2h19’44”.

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