Dopo una nuova ondata di contagi vacanze, un po’ come lo scorso anno a settembre con il rientro degli italiani dalle mete estive, aggravato dalla maggiore virulenza di Variante Delta. Il virologo lo prevede Fabrice Pregliasco che all’Adnkronos Salure commenta l’andamento dell’epidemia. “Aumentano le regioni italiane nella zona rossa secondo ECDC? Dipende da quanto in alto posizioni la barra. Si tratta però di una situazione iniziale peggiore della scorsa estate e quindi con il rischio, con la ripresa delle attività, che tutto ciò che viene scambiato in contesti di vacanza porti a un ulteriore aumento dei contagi dopo le vacanze”. Lo ha ammesso Pregliasco, docente all’Università Statale di Milano, commentando l’ultimo aggiornamento della mappa con cui il Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc) fotografa le aree più a rischio per il Covid e l’andamento nell’Ue.
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Pregliasco: a rischio se non vaccinato
“E’ chiaro – sottolinea il virologo – che volevamo gestire il turismo, la parte economica, ma in fondo non c’è la bacchetta magica. Il virus è un’onda che si sta stabilizzando, potrebbe esserci un leggero calo – prevede l’esperto – o almeno non quell’aumento verticale che abbiamo visto, ma poi – avverte – un altro colpo di coda più tardivo” potrebbe arrivare. “Il problema è che i contatti sono tanti e che ogni contatto umano – ripete Pregliasco – rappresenta un rischio con diversi livelli di probabilità. Neanche due vaccinati all’aperto hanno rischio zero, ma se sei in mezzo alla movida, senza mascherina e tra pochi vaccinati, c’è un problema”.
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Il codice viola in Israele
“Questa è una buona cosa.” Così Pregliasco commenta la reintroduzione in Israele, dal 18 agosto, del “codice viola” che prevede la presenza massima di una persona ogni sette metri quadrati nelle aree commerciali. “Il famoso telemetro – spiega il medico all’Adnkronos Salute – non basta con la variante Delta. E c’è il ruolo ormai riscoperto della trasmissione per via aerea: è vero che la gocciolina invia la maggior quantità di concentrazione virale, ma non c’è una misura precisa della distanza che raggiunge. La misura è mediazione con fattibilità. Il metro e 80 è quello della goccia più grande ma le altre particelle restano nell’aria in contesti chiusi”. Quindi, se fuori basta stare 2 metri, al chiuso “bisogna cambiare aria”. Per l’esperto, anche il “codice viol’a” potrebbe essere preso in prestito. D’altra parte, il pass verde dai 3 anni imposto nello stato ebraico dal 18 di questo mese è “impraticabile”. “È difficile produrre tamponi in quantità industriali, diventa difficile. I costi – conclude Pregliasco – sarebbero troppo alti”.
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Vaccinare gli under 12
“I bambini sotto i 12 anni vanno vaccinati perché la variante Delta è molto più contagiosa e quindi è un virus quasi diverso nella sua capacità di diffusione e i giovanissimi sono i precursori nella continuità della presenza di altri contagi. Dobbiamo superare i dubbi di questi genitori che la comunicazione spesso alimenta”. Il virologo ha affermato di non essere d’accordo con coloro che sostengono che in questa fascia di età il rischio supera i benefici. “L’1% dei bambini – ricorda il virologo – ha effetti nei confronti del virus e quindi è malato. Ventotto sono morti, e non è poco. Poi – aggiunge – c’è il problema del Mis-C, la sindrome infiammatoria multisistemica “spesso innescata dal Covid nei bambini e “il dubbio sugli effetti del Long Covid anche per loro”. Quindi, spiega l’esperto, “questo è davvero un elemento che va considerato dal punto di vista del loro rischio. E in più – ribadisce – c’è il fatto che ovviamente facilitano la diffusione del virus nella comunità. -sia che in un prossimo futuro, nel booster campagne di vaccinazione, non dovranno essere richiamate. Ma questo dipenderà dal futuro andamento epidemiologico. In questa fase – conclude Pregliasco – dobbiamo considerare l’immunità comunitaria come un elemento fondamentale”.
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