tutti tranne i trenta inquilini del palazzo- Corriere.it

il le fiamme partono dall’interno di un appartamento al quindicesimo piano. Se ne accorge un ragazzo che abita nella porta accanto e puzza di bruciato. lui che saliva follemente le scale, bussava alle porte degli altri appartamenti e suonava l’allarme. Quando arrivano le prime chiamate al 112, il paletto è solo un puntino rosso in lontananza che si staglia contro la facciata bianca con il profilo della chiglia di una nave. Chi dentro ha solo il tempo di scendere e mettersi in salvo. Non appena gli abitanti arrivano in strada e si voltano, il fuoco ha già avvolto il rivestimento esterno della facciata.

come se fosse benzina. Perché le fiamme prima salgono verso l’alto, fino al XVIII secolo, poi scendono lungo un percorso innaturale verso il basso. Arrotolano la prima vela della facciata, poi in meno di quindici minuti la grattacielo di 18 piani avvolto come una torcia di fuoco. Una nuvola di fumo si alza nel cielo, visibile da tutta la provincia di Milano, e sotto, sulle macchine parcheggiate, sulle aiuole e nei cortili delle case vicine, finestre, cemento e pezzi di rivestimento incandescente come lapilli dalla caduta di un vulcano.


I risultati sono provvisori da tempo, perché solo a tarda notte i vigili del fuoco riescono ad entrare in tutti gli appartamenti (3.700 mq in totale) dopo aver sfondato e ribaltato le porte blindate. Ma come ha confermato il comandante Felice Irac, non mancano. Tutti tranne i trenta inquilini presenti (su settanta). C’è il rischio di crollare: Le temperature possono aver compromesso la tenuta della gabbia metallica esterna. Al punto da complicare ulteriormente il lavoro dei vigili del fuoco, che devono salire piano per piano con manichette e respiratori.

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L’impianto antincendio si è rotto, le autoscale hanno raggiunto al massimo il decimo piano. Ho visto vigili del fuoco con le mani bruciate, stanno facendo un lavoro encomiabile, come sempre, racconta Beppe Sala, accorso sul posto. Tra gli abitanti del grattacielo Torre dei Moro, realizzato nel 2011 in via Antonini, nella periferia sud di Milano, anche il cantante sanremese vincitore, Mahmood. L’ho incontrato cinque minuti prima di lasciare l’edificio. Puzzavamo di fumo e lui mi ha chiesto se proveniva da casa mia eravamo già in allerta, racconta un giovane in bermuda nero, maglietta e zino che abita all’ottavo piano.

L’incendio al palazzo di via Antonini a Milano: novità e prospettive

Per gli sfollati, una notte in albergo o con amici e parenti. C’è chi è scappato senza nemmeno poter prendere il cellulare e grazie agli amici riesce a mettersi in contatto con la propria famiglia. Chi ha solo il gatto. Anche tra i primi a suonare l’allarme il cantante Morgan che vive dall’altra parte della strada e pochi istanti dopo pubblico le prime immagini sui social network. Sul web circolano migliaia di foto e video. Dirette che ricordano le terribili immagini di Grenfell Tower a Londra, 72 è morto quattro anni fa.

Solo il caso e la tempestività degli aiuti hanno evitato un tragico bilancio. Quando siamo arrivati ​​c’era una fiammella che si vedeva da una finestra, siamo riusciti a salire e chiamare tutti, racconta uno dei primi soccorritori. Il grattacielo brucia per ore. Solo a tarda notte i vigili del fuoco sono riusciti a spegnere le ultime fiamme. L’incendio, alimentato da alcuni locali commerciali al piano terra, ha colpito anche i due scantinati.

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Il sostituto procuratore Tiziana Siciliano e il procuratore Pasquale Addesso hanno ha aperto un fascicolo per denuncia di colpevolezza. Non si tratta solo di capirne le cause, ma soprattutto perché l’incendio si è propagato così rapidamente. Il grilletto potrebbe essere un cortocircuito in un appartamento, ma il materiale di rivestimento della torre ha trasformato il grattacielo in una torcia. Sotto l’obiettivo ora progetti, materiali e tecniche per realizzare l’opera.

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30 agosto 2021 | 07:19

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