Pato scomparso a 32 anni: colpa degli infortuni. la sua parabola

“Ma Pato ha più anni o più infortuni?” Risposta complicata da dare, anche ora che il brasiliano compie 32 anni

Qualche anno fa c’era una battuta (velenosa) in tournée in Brasile: “Ma Pato è più grande o si è infortunato?”. Una risposta complicata da dare, anche adesso che il brasiliano ha 32 anni. L’ex milanista, dal talento infinito, sembrava destinato a diventare una star del calcio brasiliano ed europeo, ma dopo aver lasciato il Milan, nel suo lungo peregrinare tra Spagna, Inghilterra, Cina e Brasile, è sempre stato condizionato da un solidissimo fisico. tanto robusto quanto fragile. La leggenda vuole che la troppa palestra lo abbia penalizzato, c’è chi dice che si tratta più di DNA, che attacca piuttosto il personaggio, ma il punto è che Pato non ha mantenuto tutte le premesse della sua carriera.

IL MENTALE COACH

Proprio per questo, per tornare ad essere un calciatore importante, si è affidato ad Augusto Cury, psichiatra e copywriter da 30 milioni in Brasile, uno dei massimi esperti mondiali del funzionamento della mente e del processo di costruzione del pensiero. Pato lavora con lui da diverso tempo, lo chiama “il mio maestro” e attraverso i suoi insegnamenti, oltre che attraverso la religione, ha cercato di trovare l’equilibrio tra tutto quello che voleva fare nel calcio e quello che invece fa. Non a caso uno dei tatuaggi a cui è più affezionato è quello del leone sulla mano sinistra, che gli ricorda l’atteggiamento che deve avere quotidianamente.

AMORE E FERITE

Da due anni Pato è sposato con Rebeca Abravanel, di nove anni più grande di lui, una conduttrice televisiva brasiliana molto famosa. Lo ha seguito negli Stati Uniti perché, da febbraio, Pato suona a Orlando City, in Florida. Giocando per così dire, finora, visto che a marzo, dopo appena 79′, al suo giorno d’esordio, si è nuovamente infortunato al ginocchio e deve ancora scendere in campo. “Ma ci sono quasi, manca poco per allenarmi con i miei compagni”, ha scritto su Instagram. In questi mesi non è stato arrestato, ha continuato a lavorare in palestra, a correre, a giocare a tennis, ad andare in canoa. L’ex fuoriclasse del Milan (150 presenze e 63 gol in rossonero) non può fare a meno di allenare i muscoli, e chissà se alla fine è proprio quello che ha frenato la sua ascesa. Negli ultimi anni, dal 2018, ha segnato in media 22 partite a stagione, facendo molto bene solo in Cina nel 2018, quando ha segnato 15 gol in 23 presenze con il Tianjin Tianhai. Ora, quando tornerà in gruppo, cercherà di ritagliarsi una nuova opportunità ad Orlando e sarà forse il desiderio che esprimerà spegnendo le 32 candeline.

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