L’euro digitale arriva tra 5 anni. Ora dobbiamo risolvere 5 problemi

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funzionamento digitale di sfondi di criptovaluta o trasferimento di denaro

Si potrebbe ben dire che le banche centrali (e tra queste la Banca centrale europea) hanno levato le ancore. Una moneta digitale della banca centrale è ormai un’ipotesi di lavoro concreta e la questione non è più se si farà ma come si farà e quando sarà nelle nostre tasche virtuali.

Per l’euro digitale si parla cinque anni. Una cifra enorme se pensiamo che la Cina vorrebbe lanciare un progetto pilota non appena i Giochi Olimpici Invernali di Pechino e che la sfida delle grandi tecnologie con le loro valute virtuali è sempre più vicino. C’è il rischio di arrivare in ritardo, ma la necessità di una gestazione così lunga si spiega con i tanti aspetti ancora da sviluppare. Si tratta di aspetti rilevanti da trattare con cautela che potrebbero avere un impatto significativo sul successo del progetto. Insomma, la fretta potrebbe essere nemica del bene.

Vediamo i principali nodi da risolvere.

Cominciamo con alcuni punti fermi. È denaro della banca centrale, proprio come le banconote. Ciò significa che non corriamo alcun rischio diverso dalla perdita di potere d’acquisto a causa dell’inflazione. A differenza dei nostri soldi depositati presso una banca, che non potremo rivedere in caso di default (i depositi non sono garantiti sopra i 100.000 euro), non ci sarà rischio di perdere i nostri soldi perché la Banca Centrale non può fallire. Il secondo punto fermo è che la moneta avrà corso legale, potrà essere utilizzata/deve essere accettata da tutti gli operatori economici per effettuare transazioni, aspetto che pone più che un problema di organizzazione e interoperabilità con il sistema di pagamento attuale. Il tema è garantire l’accesso universale alla nuova moneta, ma attualmente è prevista la coesistenza con le banconote convenzionali.

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Fatti salvi questi aspetti, la progettazione della valuta digitale della banca centrale deve affrontare alcuni punti.

  1. Riservatezza. In primo luogo, si deve fare una scelta su scambio riservatezza-tracciabilità dello strumento. Ad oggi le banconote e il denaro depositato sui conti correnti sono posti a due estremi: le transazioni delle banconote sono riservate/anonime e difficilmente rintracciabili, i pagamenti effettuati con carta di credito o bonifico bancario sono completamente tracciabili. La domanda spinosa è, se l’uso del contante per effettuare transazioni con valuta di dubbia provenienza è fortemente limitato dalla fisicità dello strumento, le cose potrebbero cambiare notevolmente nel caso della valuta digitale. Usare Bitcoin per operazioni illegali testimonia. La scelta è legata all’alternativa basato su token (puoi spendere valuta digitale se conosci una chiave crittografica) oppure basato sull’account (puoi spendere la valuta digitale se dimostri la tua identità). La questione potrebbe essere risolta grazie a nuove tecnologie che garantiscano l’anonimato delle transazioni con la possibilità per le autorità di verificarle a determinate condizioni.

  2. Costo della valuta digitale. Le banconote sono uno strumento di pagamento molto economico ma non possono essere utilizzate nei pagamenti digitali, mentre i pagamenti online effettuati con carte di credito/bonifici bancari sono molto costosi (in alcuni paesi raggiungono l’1% del PIL). Resta da definire chi sosterrà il costo dell’infrastruttura che gestirà la valuta digitale. Non è escluso che si vada verso una forma di sussidio da altre forme di intermediazione/prestazione di servizi o dalla stessa Banca Centrale. L’argomento è rilevante perché l’utente digitale di solito non vuole pagare un canone.

  3. Ruolo degli intermediari finanziari. Fermo restando che la moneta digitale sarà emessa dalla Banca Centrale, si tratta di capire se i cittadini avranno un conto corrente con la stessa o saranno scambiati dalle banche. Da un lato la Banca Centrale non è attrezzata per gestire i conti correnti di trecento milioni di persone, dall’altro la moneta digitale non può essere iscritta nei bilanci delle banche (come lo sono i depositi) perché in questo caso sarebbe del tutto equivalente ai depositi correnti. Si prevede di sviluppare una forma ibrida di intermediazione con moneta digitale gestita da intermediari senza essere iscritta in bilancio. L’attenzione è che in tutti i casi si avrà una disintermediazione con ripercussioni negative sulla disponibilità di credito per l’economia.

  4. Compenso. Le note non sono remunerate, i depositi generalmente lo sono. Cosa accadrà alla valuta digitale della banca centrale? La questione è aperta e mette in discussione la sua stessa natura, se deve essere semplicemente uno strumento di pagamento, non è necessaria alcuna remunerazione, se al contrario deve avere anche le caratteristiche di riserva di valore che potrebbe essere corrisposta. Il punto è molto delicato perché qualsiasi remunerazione renderebbe la valuta digitale un sostituto molto allettante dei depositi, esacerbando i rischi di disintermediazione.

  5. Problemi tecnici. I problemi sono tanti, tre su tutti. Se volessi usare la mia valuta digitale per comprare il pane in una situazione di blackout, cosa potrei fare? Un discorso simile riguarda l’utilizzo della valuta digitale per i cosiddetti pagamenti offline, pagamenti che vorrei fare, ad esempio, in una zona dove non c’è connessione internet. La seconda questione riguarda l’utilizzo a fini commerciali delle informazioni contenute nelle transazioni in valuta digitale che richiedono governance e forme di tutela ben definite. Infine c’è il tema della sicurezza: un sistema centralizzato (gestito dalla Banca Centrale) per la gestione della moneta digitale sarebbe un bersaglio molto allettante per gli hacker.

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Dobbiamo agire rapidamente, ma questi problemi devono essere affrontati e le idee non sono chiare. Guardando a casa, la vera domanda da porsi è se l’Europa ha l’agilità per promuovere un progetto così ambizioso in modo efficiente e tempestivo. Mettere d’accordo i diversi Paesi (cittadini, operatori finanziari) sulle caratteristiche dell’euro digitale non sarà impresa facile.

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