“Virologi a titolo zero”. Lo scienziato Guido Silvestri uccide tutti su Omicron – Il Tempo

Guido Silvestri se la prende dura per la troppa disinformazione sul Covid fatta da alcuni suoi “colleghi”. Il professore di virologia alla prestigiosa Emory University di Atlanta, che ha già litigato in passato con il ministro Roberto Speranza, racconta tutto quello che c’è da sapere sulla variante Omicron, evidenziando tra l’altro il forte calo dei ricoveri. Queste le parole del virologo, che da anni lavora sui vaccini negli Stati Uniti:

“Mentre i ‘virologi titolari zero’ su Twitter discutono su chi spara di più (ammetto che ce ne sono alcuni davvero meravigliosi), qui su Facebook sto cercando di mettere ordine nei risultati. tumultuosi ultimi giorni su Omicron, cercando di essere preciso, chiaro e comprensibile”.

COSA SAPPIAMO:

1. Omicron è molto diverso da Delta e da altre varianti di SARS-CoV-2, con 45 mutazioni di aminoacidi rispetto al ceppo Wuhan, di cui 30 nella proteina Spike e 15 nel dominio di legame del recettore (RBD), che fa parte di Spike che si lega al recettore ACE2.

2. Omicron è chiaramente più trasmissibile di Delta & co, e di fatto li sostituisce quasi ovunque nel mondo. Questa maggiore trasmissione sembra essere correlata a un’elevata affinità per il recettore ACE2 e alla capacità di bypassare le risposte immunitarie anticorpali (e forse una migliore capacità di sopravvivere negli aerosol).

3. Omicron è significativamente meno patogeno di Delta negli animali da laboratorio (diversi studi indipendenti hanno confermato questo risultato) e sembra causare malattie meno gravi nell’uomo, con una riduzione del rischio di ospedalizzazione all’ora stimata al 67-80%.

4. La minore patogenicità di Omicron sembra essere correlata alla minore capacità di infettare le cellule e formare sincizi nel tessuto polmonare profondo, che corrisponde a un minor rischio di sviluppare polmonite grave (il tutto a fronte di una maggiore capacità di infettare le cellule delle vie aeree superiori) .

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5. La ridotta capacità di Omicron di infettare i polmoni sembra essere correlata all’incapacità dell’enzima TMPRSS2 di scindere lo Spike tra le subunità S1 e S2, rendendo difficile l’ingresso del virus nelle cellule utilizzando la “fusione di superficie cellulare” (mentre l’input è ottimizzato utilizzando la “fusione endosomiale”, che si verifica nelle cellule del tratto respiratorio superiore).

6. La capacità inferiore di TMPRSS2 di scindere l’orecchio di Omicron sembra essere dovuta a tre mutazioni nell’area del famoso sito di scissione della furina polibasica (PRRAR), noto come H655Y, N679K e P681H (si noti che quest’ultimo è “diverso dalla tipica mutazione P681R di Delta).

7. Al momento non è chiaro se e in che misura le mutazioni che facilitano l’ingresso tramite fusione endosomiale di SARS-CoV-2 nelle cellule delle vie respiratorie superiori siano “strutturalmente” correlate a quelle che limitano la capacità di TMPRSS.-2 di dividere S1/S2 . (e quindi infettare il polmone profondo). Questo punto dovrebbe essere studiato il più rapidamente possibile, secondo me.

8. Omicron contiene una mutazione interessante e poco caratterizzata (chiamata I142V) in nsp-14, una proteina 14 non strutturale, il cui dominio N-terminale codifica per un’esonucleasi coinvolta nella rilettura della RNA polimerasi RNA-dipendente – in altre parole . , è una mutazione in una proteina che potrebbe influenzare la capacità mutagena del virus.

COSA POTREBBE ACCADERE:

1. Lo scenario migliore è che Omicron si diffonda pur rimanendo così com’è o forse raffinando ulteriormente la sua capacità di causare infezioni delle vie respiratorie superiori (il cosiddetto “raffreddore”, che alcuni hanno già ipotizzato); in questo caso l’ondata potrebbe essere molto alta in termini di numero di contagi, ma anche abbastanza veloce nel tempo (vedi Gauteng), e con letalità inferiore rispetto alle ondate precedenti.

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2. Lo scenario intermedio è che Omicron, nonostante la ridotta letalità, alla fine causi una significativa mortalità assoluta nei soggetti non vaccinati o altrimenti immunizzati, in particolare se anziani o affetti da comorbilità, semplicemente a causa del gran numero di malattie. -detto fattore del “denominatore”, che sappiamo però non essere infinito).

3. Lo scenario peggiore è che Omicron “torni indietro” sulle tre mutazioni che lo rendono inutilizzabile da TMPRSS-2, quindi diventa di nuovo efficace nell’infettare il polmone senza perdere la sua maggiore trasmissibilità. La probabilità di questo scenario è piuttosto bassa, anche perché non riesco a immaginare un motivo per cui questa variante dovrebbe ottenere un chiaro vantaggio evolutivo rispetto alla precedente. Tuttavia, questa possibilità non è affatto impossibile e merita un’adeguata preparazione a livello di vaccinazione.

COSA POSSIAMO FARE:

1. Evitare la tentazione di pensare di controllare questo virus con metodi basati sull’imposizione di una separazione forzata tra le persone fino alla fine – metodi che si sono già rivelati appena inutili e certamente insostenibili contro le varianti precedenti ma anche contro la stessa Omicron (vedi Australia e Olanda per due esempi recenti).

2. Spingere per la vaccinazione universale, comprese le terze dosi (che conferiscono protezione neutralizzante contro Omicron ben oltre le due dosi), e in particolare includendo

IMMUNIZZAZIONE DEI BAMBINI, compresi quelli sotto i 5 anni il prima possibile. È importante capire che in questo modo i minori sarebbero tutelati in modo forte e probabilmente definitivo dall’eventualità n. 3 sopra descritta.

3. Cercare di mettere in campo quanto prima antivirali (in particolare paxlovid e l’anticorpo monoclonale Sotrovimab) efficaci contro Omicron, utilizzandoli in maniera generalizzata in tutti i soggetti infetti “a rischio”, come ad esempio i soggetti di più 65 anni e con malattie predisponenti al COVID grave.

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4. Ricordarsi di massimizzare la reattività del servizio sanitario, ricordando che il COVID sarà in un modo o nell’altro endemico, mantenendo probabili picchi stagionali di incidenza (sì, è stagionale, diciamocelo. -le), per cui dobbiamo essere migliori preparato.

5. Cerca di fare una comunicazione che sia fattuale, basata sulla scienza, libera da conflitti di interesse di qualsiasi tipo e, soprattutto, né catastrofica né minimizzante, ma focalizzata a spiegare ciò che sta accadendo con chiarezza e semplicità, guidati come sempre dall’ottimismo. che viene dalla conoscenza.

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