Vaccino obbligatorio per gli over 60? Le ipotesi sul tavolo del governo per contrastare la variante Omicron

L’obbligo di Super Green Pass per lavorare, è ancora sul tavolo delle scelte che il Consiglio dei ministri farà questo pomeriggio, ma le difficoltà attuative sono numerose, soprattutto nel settore privato. È quindi possibile che durante la riunione dirigenziale che precederà il cdm, si decida di posticipare ma comunque di allargare la platea di coloro che sono obbligati al Super Green Pass, inserendo gli over sessanta e i “fragili”.

Super green pass per lavorare e lavorare con intelligenza, vetta Draghi-Brunetta. E arriva il via libera dalle Regioni

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Si tratta, infatti, di un obbligo di vaccinazione poiché i deboli e gli ultrasessantenni dovranno comunque avere il Super Green Pass e non solo per andare al ristorante o al cinema. Mario Draghi, al suo rientro a Roma, ha fatto ieri pomeriggio il bilancio con i ministri Roberto Speranza, Patrizio Bianchi, Renato Brunetta e con il commissario Francesco Figliuolo. Il tutto in vista del Consiglio dei ministri, ma soprattutto dell’incontro del management con i rappresentanti dei partiti. I distacchi nella maggioranza non sono trascurabili e le tensioni aumentano e risentono anche dell’imminente partita del Quirinale. M5S e FI si sono incontrati ieri con i rispettivi staff per valutare le ipotesi di estensione dei Green Collar. Gli azzurri sono per l’estensione a tutti i lavoratori privati ​​e pubblici. Il Pd è sulla stessa linea e spinge per l’obbligo, mentre il M5S oscilla e chiede ristoro per chi rischia chiusure o limitazioni.

In contrasto con l’introduzione della tessera verde, in particolare per i privati, autonomi compresi, c’è la Lega. Ma le valutazioni del presidente del Consiglio Draghi sono prima di tutto tecniche ed è per questo che oggi illustrerà alle parti le criticità di un provvedimento che riguarda il lavoro privato. Agli occhi dell’opinione pubblica è più facile godere dello smart work anche se le regole non cambiano e resta l’opposizione del ministro Brunetta a “tutti a casa”.
Nulla quindi a che vedere con l’ipotesi di avanzamento a tappe, da parte dei 950.000 dipendenti della pubblica amministrazione che oggi non sono ancora stati colpiti dall’obbligo di vaccinazione (escludendo quindi sanità, forze dell’ordine e scuola). Sul punto, inoltre, erano già emersi non pochi dubbi, dettati dal fatto che un provvedimento di questo tipo avrebbe un impatto relativo, visto che solo il 10-15% circa di questi funzionari pubblici ha deciso di non aderire alla profilassi.

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A differenza di quanto accadrebbe invece con l’introduzione della tessera Super Green per i 23 milioni di lavoratori italiani, che avrebbe un impatto su circa 2,5 milioni di dipendenti attualmente non vaccinati.
Due ipotesi, ritenute probabili nei giorni scorsi, che, al netto di intoppi burocratici di vario genere, escludono ovviamente il vizio formale di non incidere proprio sugli oltre un milione di ultrasessantenni anche oggi privi di profilassi e non in età lavorativa. Allo stesso modo, non avrebbero alcun effetto sui 4,2 milioni oltre i 60 anni che in questo momento – pur avendo avuto accesso alla campagna di richiamo prima di molti altri – non avevano ancora ricevuto la terza dose.

Ed è proprio per questo che ieri è tornata sul tavolo la possibilità di introdurre una sorta di obbligo vaccinale ad hoc. Una felice formulazione, peraltro proposta ieri anche dalle Regioni, che prevedono l’imposizione del completamento del ciclo vaccinale (compreso il richiamo) almeno per tutti i soggetti fragili.

LA PARTE ANTERIORE
Anche dal fronte dei governatori – che oggi tornano a incontrare il governo – arrivano non solo le tanto discusse proposte sulle nuove regole sul papà a scuola e proprio sull’obbligo di vaccinazione per i bambini fragili (e anche un sostanziale ok al l’eventuale proroga del Super Green passato a tutti i lavoratori) ma anche di iniziare subito a predisporre la somministrazione della quarta dose e soprattutto a conteggiare diversamente i pazienti ricoverati, escludendo dal computo i positivi che risultano ricoverati per altri motivi .
Inoltre, tra le misure allo studio, in caso di estensione della tessera Super Green ai lavoratori che rientrano in campo, ci sarebbe anche una ridefinizione della norma che consente alle aziende di sostituire temporaneamente i dipendenti sospesi senza tessera. Oggi questo è possibile solo per le aziende con meno di 15 dipendenti, ma si potrebbe trovare un accordo anche per le grandi aziende. Ed è proprio sull’interesse di queste attività che devono sostituire un dipendente e quindi richiedono tempo per adeguarsi, che potrebbe essere calibrata anche l’entrata in vigore del provvedimento: dal 24 o 31 gennaio. Un ritardo minimo che, si spera, non bloccherà le prenotazioni e impedirà ai centri di vaccinazione di mettersi nei guai.

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