Inter-Juve, vince sicuramente il calcio di Inzaghi. Allegri specula sugli episodi e pensa soprattutto al quarto posto | Prima pagina

La Supercoppa di domani sera ha un vincitore designato molto prima di essere sfidato. Sarà sostituito dall’Inter di Simone Inzaghi, che guida la classifica a un ritmo più veloce rispetto allo scorso anno (più due punti con una partita in meno), grazie a un meccanismo oliato in tutte le sue parti.

A chi mi chiede giudizio per tanta fiducia, rispondo questa volta con fatti indiscutibili. La Juve, quinta in Serie A a undici punti dall’Inter, mancherà a Cuadrado e Ligt (squalificato) più almeno uno tra Danilo (non ancora pronto) e Alessio Sandro (fuori fase), che significa mezza difesa. Dico metà perché Allegri dovrebbe recuperare Chiellini e Bonucci al centro del dipartimento. Ma se è vero, è vero come l’allenatore non avrà Szczesny che ha iniziato a vaccinarsi solo da pochi giorni (ognuno è libero di fare quello che vuole, ma non se sei un professionista soggetto a determinate regole).

Quindi Lautaro e Dzeko – è la coppia che dovrebbe schierare Inzaghi – giocherà contro Perin in porta, Bonucci e Chiellini in mezzo, mentre De Sciglio e Pellegrini andranno in trasferta.

Ovviamente questo non basta per dire che la Juve è nettamente in svantaggio. Dobbiamo aggiungerlo non ci sarà chiesa (buona fortuna e ci vediamo a luglio) e quello, forse Dybala lascerà la panchina, perché – come ha spiegato il tecnico bianconero – ha giocato 86 minuti alla Roma.

Ora dire che la Juve si avvicina alla data del primo trofeo della stagione impostando una sorta di smobilitazione è forse troppo. Mais scrivere che ci stiamo dirigendo verso una sconfitta pacifica non è del tutto sbagliato. Anche perché, sempre Allegri, ha ripetuto che c’è un altro sabato Partita “molto importante” contro l’Udinese. In breve il quarto posto conta di più, se mai dovesse succedere, una Supercoppa da aggiungere in tavola.

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Freudiano che si tratti o meno di certe uscite (“qualunque sia il risultato di San Siro sarà necessario azzerare per ripartire”), la percezione è che si va verso una prova consapevole di resistenza contro un avversario più forte in tutti i reparti, completi, in forma e assetati di trofei.

Inzaghi e con lui tutta la società sanno che è arrivata la vendemmia, che la stagione è favorevole, che gli avversari (tutti tranne Milano) cacciano a fatica.

I saggi dicono: ma la Juve è la Juve e, in una singola partita (possibili tempi supplementari e rigori), tutto è possibile.

Non so se sono saggio, ma devo rispondere che il calcio è sorprendente, spesso irrazionale, a volte anche illogico, ma questa Inter dovrebbe suicidarsi, ben al di là di quanto fatto domenica pomeriggio dalla Roma, per non aver potuto vincere la Supercoppa e anche perentoriamente.

Se alla Juve mancano quattro titolari (e tutti forti), l’Inter non sbaglia nessuno (Calhanoglu si riprenderà) e schiera il solito 3-5-2 in cui i difensori hanno iniziato a segnare e finire (Bastoni), i centrocampisti hanno il piede (Brozovic) e la gamba (Barella e Perisic), l’attacco ha forza (Dzeko ) e velocità (Lautaro).

Ma, come sempre, non si tratta solo di individui e quindi di organico. L’Inter gioca un calcio attento e produttivo. Juve, invece, ha un’impostazione di base (4-3-3 o 4-4-2) con cui non stringe il calcio, ma specula sugli episodi. In questo senso Allegri è diventato più sincero che mai e ieri in conferenza stampa lo ha detto. “Dobbiamo iniziare gli episodi dalla nostra parte”. Cosa significa: Ci giocherà l’Inter, ci difendiamo e in contropiede, su corner o su punizione (se sta giocando Dybala), proviamo a segnare oa ribaltare la classifica.

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L’Inter, però, non è la Roma. È matura, è esperta, è esperta. Se segna in anticipo e per primo, avrà la pazienza di aspettare per colpire ancora, magari sfruttando la traversa, dove la Juve appare particolarmente friabile.

E poi c’è il ritmo che i nerazzurri sanno tenere e che la (piccola) truppa di Allegri non riesce a seguire.

Anche per questo il risultato è uno solo e può dire solo l’Inter.

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