Spinta ai partiti socialdemocratici in Europa: grande vittoria per Costa alle elezioni portoghesi

Il primo ministro portoghese António Costa parlerà alla stampa domenica sera prima dell'annuncio del primo exit poll.  Punto di accesso all'immagine

Il primo ministro portoghese António Costa parlerà alla stampa domenica sera prima dell’annuncio del primo exit poll.Punto di accesso all’immagine

Con quasi tutti i voti contati, i socialisti finiscono con il 42% dei voti. Con questo risultato il partito ottenne addirittura la maggioranza assoluta dei seggi in parlamento. In totale, il PS detiene 117 dei 230 seggi. Il partito che è arrivato secondo, il Psd di centrodestra, è fermo a 71 seggi.

Il risultato è un’altra spinta per i longanimi partiti socialdemocratici europei, che hanno già vinto le elezioni in Germania lo scorso anno ma non hanno svolto un ruolo significativo nelle prossime elezioni in Francia.

António Costa, che dal 2015 guida due governi di sinistra, ha ripulito la cattiva immagine del suo Paese dopo la crisi finanziaria. Sotto il suo governo, e anche grazie all’economia globale, il Portogallo ha registrato una forte crescita finanziaria negli ultimi anni.

Con la sua maggioranza assoluta, Costa si sbarazza dei suoi ex partner di tolleranza. I suoi due governi precedenti erano fattibili solo con il sostegno dei partiti di sinistra più radicali, compreso il Partito Comunista. Una disputa con questi partiti, che, tra l’altro, chiedeva un salario minimo più alto di quello che Costa voleva introdurre, ha portato alla caduta del suo governo nel novembre dello scorso anno e alle elezioni anticipate di domenica.

Costa ha sottolineato nel suo discorso di vittoria che, nonostante la sua maggioranza assoluta, continuerà a impegnarsi nei colloqui con gli altri partiti. La maggioranza assoluta non è potere assoluto, non è governare da solo. È una maggiore responsabilità.

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Sfondamento della destra radicale

Le elezioni significano anche lo sfondamento definitivo della destra radicale, da tempo incapace di trovare terreno fertile in Portogallo. Chega (“Basta”), il partito che si oppone a minoranze come i Rom, è uscito dalle urne con il 7% dei voti. Con questo Chega, che fino ad ora doveva accontentarsi di un seggio unico, sembra essere diventata la terza parte del Paese.

Il tasso di partecipazione alle elezioni è stato compreso tra il 56 e il 60%. Il fatto che così tanti elettori portoghesi pensassero che non valesse la pena di votare ha preoccupato gli analisti per il coinvolgimento del popolo in politica. L’affluenza alle urne è maggiore rispetto alle elezioni legislative del 2019. All’epoca, poco più della metà degli elettori è rimasta a casa.

Correzione (31-01-’22): una versione precedente indicava che l’affluenza alle urne era del 40-44%. Questa era proprio la percentuale che restava a casa. Questo è stato risolto nella versione precedente.

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