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Il governo del Kosovo ha, all’ultimo momento, rinviato di un mese le nuove misure per i serbi. Le leggi si applicherebbero da oggi, ma a causa delle tensioni nel nord vicino al confine con la Serbia, la loro applicazione è stata sospesa fino al 1 settembre. A causa dei disordini, due valichi di frontiera sono stati chiusi.
Le nuove regole significano, tra le altre cose, che i serbi di etnia che vivono nel Kosovo settentrionale saranno costretti a utilizzare le targhe del Kosovo. Inoltre, i serbi che entrano in Kosovo devono richiedere un qualche tipo di documento di ingresso al confine da oggi. In Serbia, una regola simile si applica ai kosovari che desiderano visitare il paese.
Le misure hanno portato a posti di blocco al confine. Le leggi sono ora rinviate a condizione che le barricate vengano rimosse, ha scritto su Twitter il primo ministro kosovaro Kurti.
Il capo degli affari esteri dell’UE Josep Borrell plaude alla decisione del governo del Kosovo di rinviare le misure. Si aspetta che le barricate erette vengano presto rimosse.
Targhe
Le leggi hanno fatto arrabbiare i serbi di etnia, che formano un grande gruppo nel nord del Kosovo. Oggi molti di loro guidano ancora automobili immatricolate in Serbia. Dall’indipendenza del Kosovo nel 2008 (che la Serbia non riconosce), il Kosovo ha le sue targhe.
La polizia del Kosovo ha chiuso ieri sera due valichi di frontiera con la Serbia in mezzo ai disordini che ne sono seguiti. La polizia ha deciso di farlo perché diverse strade con veicoli erano bloccate. I media locali riferiscono che la sirena del raid aereo è suonata anche nel nord.
I valichi di frontiera che sono stati chiusi sono Jarinje e Brnjak, dove ci sono già stati scontri. I manifestanti hanno utilizzato camion pieni di ghiaia per bloccare le strade. La polizia ha anche detto che sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro gli agenti, ma nessuno è rimasto ferito.
Combattente
Questa non è la prima volta che i paesi hanno litigato per le targhe. Nell’ultimo anno, i disaccordi sui piani del Kosovo si sono intensificati. Già allora i serbi bloccarono ogni tipo di strada, compresi i valichi di Jarinje e Brnjak. Il governo kosovaro ha quindi inviato unità speciali al confine e sono stati schierati aerei da combattimento.
Dopo l’intervento dell’UE, i paesi hanno finalmente concordato una soluzione temporanea, consistente nell’apporre adesivi su alcune parti delle targhe.
La Nato pronta ad intervenire
La forza di mantenimento della pace a guida NATO KFOR ha descritto la situazione come tesa domenica sera tardi e si è detta “pronta a intervenire se la stabilità è minacciata”, in linea con il “nostro mandato delle Nazioni Unite”.
L’alleanza militare è presente nella regione con circa 4.000 soldati per mantenere la pace. Le forze di pace italiane erano visibili nelle strade intorno alla città di Mitrovica, dove domenica sera è suonata la sirena del raid aereo.
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