In quella che è ormai diventata una corsa contro il tempo, il nuovo test antigene A. Menarini Diagnostics è in grado non solo di identificare, in soli 12 minuti, se un paziente è positivo al COVID-19, ma anche di dare un’indicazione di la sua carica virale, al fine di identificare immediatamente i pazienti più contagiosi e più a rischio. Un passo in avanti molto importante nella lotta al virus compiuto dal gigante napoletano del 1886.
Questi test differiscono da quelli in biologia molecolare perché, sebbene il mezzo utilizzato per raccogliere il campione sia sempre il tampone rinofaringeo, i test antigeni non cercano il materiale genetico del virus, ma rilevano la presenza dell’antigene e quindi di una possibile infezione, ricercando specifiche proteine del virus. E lo fanno con attrezzature facili da trasportare e da usare, più veloci, economiche e con risultati altrettanto affidabili. Come la piattaforma Point of Care ACUTO, distribuito da UNA. Diagnostica Menarini in Italia e in altri paesi europei, cpuò essere utilizzato in contesti operativi decentrati dal laboratorio analitico, come emergenze, aeroporti o uffici dove è necessario avere un primo risultato affidabile in tempi brevi. Attualmente sono disponibili due modelli: Affilatura 1, che consente di eseguire un test alla volta e Affilatura 6 che consente l’esame di 6 campioni contemporaneamente. Con la stessa piattaforma è inoltre possibile eseguire test sierologici, rilevando la presenza e la quantità di anticorpi IgM e IgG dal campione di sangue di un paziente. Con l’uso di Affilatura 6, per esempio, tre pazienti possono avere contemporaneamente, in 12 minuti, i risultati del test sierologico e antigenico: “Fornire test affidabili che consentano lo screening su larga scala e il rilevamento rapido di casi positivi per contenere la diffusione di COVID-19 è estremamente importante “- ha dichiarato Fabio Piazzalunga, Global Manager di A. Menarini Diagnostics – “Infine, anche la vita e il risparmio saranno sempre più legati alla disponibilità e all’efficacia di questi strumenti diagnostici.“.
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Come funziona la piattaforma AFIAS per la rilevazione dell’antigene COVID-19
L’operatore sanitario preleva il campione dal paziente con un tampone rinofaringeo e, attraverso una serie di passaggi, lo inserisce nella piattaforma AFIAS che, in caso di infezione, rileverà la presenza dell’antigene attraverso una reazione biochimico che mostrerà un segnale fluorescente. Questo segnale ha un alto grado di sensibilità che consente non solo di rilevare l’eventuale presenza del virus, ma anche di fornire all’operatore un’indicazione della carica virale del paziente esprimendo un valore numerico; infatti, più intensa è la fluorescenza, maggiore è la carica virale. La stessa strumentazione AFIAS può essere utilizzata, con diversa applicazione, per indagini sierologiche misurando la quantità di anticorpi IgM e IgG presenti nel sangue del paziente. La procedura è la stessa, differisce solo il tipo di campione da analizzare che, in questo caso, sarà prelevato mediante puntura digitale (campione capillare) o venoso.
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