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La Bosnia-Erzegovina diventa un candidato membro dell’Unione Europea. I ministri degli affari dell’UE dei 27 Stati membri si sono accordati su questo e i capi di governo prenderanno la decisione finale entro questa settimana.
Il paese non è ancora pronto per l’adesione, secondo l’UE. Deve ancora compiere passi nei settori della governance, della lotta alla corruzione e della riforma del sistema giudiziario.
La Commissione europea ha raggiunto accordi in merito con Sarajevo alcuni anni fa, nel 2019, ma secondo la Commissione negli ultimi anni sono stati compiuti pochi progressi.
I leader dei vari gruppi etnici in Bosnia faticano a mettersi d’accordo su queste riforme. Il leader filo-russo dei serbo-bosniaci, Milorad Dodik, ha persino minacciato a più riprese la secessione.
L’eurodeputato di GroenLinks Tineke Strik definisce il riconoscimento dell’adesione del candidato “un passo importante per riconquistare la fiducia dei cittadini bosniaci”. Ritiene che negli ultimi anni l’Ue abbia trascurato le sue relazioni con la regione, “con conseguenze drammatiche per la fiducia pubblica”.
Vantaggi
Solo quando tutte le riforme richieste saranno state attuate, potranno iniziare i negoziati per l’adesione definitiva. La Bosnia-Erzegovina si aggiunge ora a una serie di altri paesi del sud-est europeo già candidati: Albania, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia, Turchia, Moldavia e Ucraina.
La Bosnia aveva già presentato domanda di adesione più di sei anni fa. Una volta acquisito, possono essere necessari molti anni prima che un paese diventi membro a pieno titolo dell’UE (nel caso della Turchia, ad esempio, più di vent’anni). Il processo è solitamente accompagnato da lunghe e faticose trattative, ma porta anche vantaggi ai paesi interessati: ad esempio, possono già richiedere alcuni sussidi a Bruxelles.
Stabilità e sicurezza
Il processo di allargamento dell’UE ha subito un rallentamento negli ultimi anni, ma è stato accelerato dall’invasione russa dell’Ucraina. L’allargamento è ora visto a Bruxelles come un prerequisito per la stabilità e la sicurezza, portando la Moldavia e l’Ucraina ad accelerare la loro adesione quest’estate.
Nei Balcani ora solo il Kosovo vuole rivendicare l’adesione all’Ue, ma Bruxelles ha posto la condizione per normalizzare i rapporti con la vicina Serbia.
La Serbia non riconosce l’autonomia della sua ex provincia, che ha dichiarato l’indipendenza nel 2008. Alla fine degli anni ’90, i due paesi hanno combattuto una sanguinosa guerra, durante la quale anche la NATO ha effettuato bombardamenti su obiettivi serbi.
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