I leader indigeni delle ex colonie britanniche vogliono che re Carlo rilasci scuse formali per secoli di razzismo, oppressione, colonialismo e schiavitù subiti dalle comunità.
Leader di dodici paesi nel Commonwealth delle Nazioni, un’alleanza di 56 stati indipendenti con re Carlo come leader simbolico, cartello una lettera. Provengono da Papua Nuova Guinea, Canada e Nuova Zelanda, tra gli altri.
Nella lettera, i firmatari invitano il re britannico a riconoscere le orribili conseguenze del genocidio e della colonizzazione dei popoli originari e ridotti in schiavitù. Vogliono anche un risarcimento finanziario per ciò che è stato fatto loro in nome della corona britannica.
Chiedono inoltre che il re restituisca i tesori culturali e i manufatti che sono stati rubati dalle comunità.
Charles sostiene le indagini sul coinvolgimento nella tratta degli schiavi
Buckingham Palace ha dichiarato il mese scorso che Charles stava sostenendo un’indagine sul coinvolgimento della famiglia reale britannica nella tratta degli schiavi transatlantica. Per i firmatari della lettera, questo non è sufficiente.
Pensano che sia ora di parlare di riparazioni. Secondo loro, il re dovrebbe prendere l’iniziativa. “Il genocidio ha avuto luogo mentre erano sul banco dei testimoni”, ha detto l’attivista australiana per i diritti umani e co-firmataria Hannah McGlade.
Anche i residenti delle ex colonie olandesi vogliono scuse per la schiavitù e il passato coloniale. Questi sono stati offerti dal primo ministro Mark Rutte a nome del governo, anche se le comunità vorrebbero che anche il re Willem-Alexander si scusasse.
Alla fine dell’anno scorso è stato annunciato che il re aveva a indagine indipendente al ruolo della famiglia reale olandese nella storia coloniale. Questa ricerca presso l’Università di Leida durerà tre anni e coprirà il periodo dalla fine del XVI secolo al presente postcoloniale.
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