Il governo italiano ha deciso di tassare gli extraprofitti delle banche, ma i timori di effetti negativi non si sono concretizzati. Le azioni bancarie, che avevano registrato una diminuzione al momento dell’annuncio, hanno in gran parte recuperato nelle sedute successive. Le agenzie di rating hanno confermato la stabilità della profittabilità delle banche e dell’affidabilità creditizia del paese.
La Spagna, nel 2022, ha introdotto una tassa simile sugli extraprofitti bancari con conseguenze non traumatiche. Le principali banche spagnole hanno registrato aumenti dei profitti e i rendimenti dei titoli si sono mosso in linea con il mercato. La differenza principale tra le due tasse è che quella spagnola si applica sia al margine di interesse che ai proventi da commissioni. Inoltre, le banche spagnole devono versare al 4,8% di queste due voci allo Stato, con un’aliquota inferiore rispetto a quella italiana.
Anche la tassa spagnola ridurrà i profitti delle banche dell’ordine del 10%, ma si tratta di una misura temporanea. Rispetto alla Germania e alla Francia, le banche italiane e spagnole hanno trasferito meno benefici dei rialzi dei tassi ai depositanti. Questo potrebbe spingere le banche italiane a chiudere il 2023 con profitti record e potrebbero anche aumentare la remunerazione dei depositanti per evitare la tassa.
La Commissione europea continuerà a monitorare le priorità dei paesi nel contesto del semestre europeo.
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