Covid, tre regioni verso misure più restrittive: Veneto, Emilia-Romagna e Friuli | Da Luca: “Niente da decidere sulla Campania”

Insomma, l’obiettivo del governo è ormai chiaro: proseguiamo con le sfumature di colore e le chiusure mirate, sperando che i dati sul contagio comincino a declinare per stabilizzare la situazione epidemiologica, ma anche politica. Di conseguenza il punteggio non cambia: resta la divisione in zone gialle, arancioni e rosse, con la “benedizione” delle forze di maggioranza: da M5 a Pd e Italia Viva. Ma è proprio il grado di rischio che resta uno dei temi più discussi nel dibattito pubblico, con le Regioni che cambiano lato della scacchiera col passare dei giorni.

La Campania resta nella zona gialla, nonostante la crescente pressione. La decisione è nell’aria, ma non scolpita nella pietra. E questo ha scatenato la reazione del Governatore Vincenzo Del Luca: “Vedo che si è creata nei media un’aspettativa di decisioni riguardanti la Regione Campania. La posizione della Regione Campania è già stata decisa lunedì, a fronte del pieno rispetto. del nostro secondo i criteri oggettivi fissati dal Ministero della Salute. Ho chiesto un’operazione trasparente, pubblica e in tutte le direzioni, per eliminare ogni zona d’ombra, anche fittizia. Non c’è quindi più nulla da decidere e aspettare “.

De Magistris: “Adotterò misure clamorose” – Anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha espresso il suo parere sulla questione Campania. “Con la Giunta prenderò provvedimenti clamorosi per far capire al governo che in Campania c’è un problema gravissimo. C’è un thriller in Campania. Non possiamo restare inerti di fronte a questo atteggiamento di Pilato. La situazione. è drammatica e non è ancora risolta. Questa situazione non può durare, non vorrei che intervenissimo troppo tardi “.

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Le misure più restrittive e territori “di confine” – Ma l’obiettivo di Hope e dell’esecutivo si rivolge anche ad altri territori “di confine”, come Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. Anche se i tre governatori sarebbero pronti ad anticipare le mosse di Palazzo Chigi, studiando un’ordinanza comune per introdurre misure più restrittive di quelle stabilite per le zone gialle, al fine di ridurre il rischio di raduni. L’idea nasce dalla necessità di contenere i dati di infezione ed evitare così di scivolare nella zona arancione o, peggio ancora, rossa. Secondo fonti regionali, i tre presidenti si incontreranno mercoledì per chiudere il documento (che dovrebbe entrare in vigore venerdì), che potrebbe includere anche restrizioni agli spostamenti tra comuni o province.

Locatelli: “Prime dosi del vaccino forse a metà gennaio” – Da metà gennaio “potrebbero essere disponibili le prime dosi del vaccino, che saranno ragionevolmente offerte per prime agli operatori sanitari, alle forze dell’ordine e alle fasce più vulnerabili della popolazione”. E ‘quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio superiore della Salute, Franco Locatelli, aggiungendo che “ci sono tutte le condizioni per vedere la svolta”.

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