La telefonata tra Conte e Biden: “Tantissima voglia di collaborare alle sfide globali”. L’accordo su uno sviluppo più equo e un clima

Il telefonata una Joe biden, la cui assenza aveva messo in pericolo il Primo Ministro, finalmente arrivò. Giuseppe Conte il presidente eletto della stati Uniti, in una conversazione definita da Palazzo Chigi “Caldo”. “Abbiamo molto da lavorare insieme”, il messaggio di Biden al primo ministro.

Storytelling, che spesso si basa su relazioni personaliempatia personale non gli è stato smentito nemmeno questa volta e nell’intervista ha iniziato sottolineando Origini italiane di sua moglie, Jill biden (il nome originale è Giacoppo) e soprattutto ha invitato il presidente americano a Italia. La telefonata deve terminare l’una critica persistente Rispetto la presunta vicinanza tra Conte e Donald Trump, vicinanza principalmente derivata dal famoso “Giuseppi”, l’errore sul nome del premier italiano da parte del presidente americano in un tweet.

Biden ha ribadito, come emerge da Palazzo Chigi, “la fortissima volontà di collaborare con l’Italia rispetto a Sfide mondialiI due hanno anche parlato dei tre punti del Programma G20, di cui l’Italia detiene la presidenza: Persone, Pianeta e Prosperità, e Biden ha assicurato a Conte che questi “sono anche suoi prioritàBiden ha sottolineato che il fileEuropa è un punto di riferimento importante e, in una conversazione che conferma una visione progressivo a nome del nuovo presidente americano, i due leader hanno condiviso l’impegno per “a Sviluppo sostenibile, più giusto e più giusto“.

Conte ha parlato anche dei tre Appuntamento che considera molto rilevante per il proiezione internazionale dall’Italia al 2021 sull’aereo dell’ambiente e sociale: il Vertice mondiale sulla salute, il Cop26, oltre al G20. “C’è molto su cui lavorare insieme”, ha risposto Biden che ha anche condiviso l’importanza di Mediterraneo come luogo di ricerca stabilità in Medio Oriente, da realizzare attraverso la collaborazione con gli Stati Uniti. Un ovvio riferimento alla situazione di Libia – ma anche in conflitto con il tacchino – dove gli Stati Uniti sono finora fuggiti. Questo atteggiamento potrebbe essere rivisto soprattutto se si dovesse nominare il Segretario di Stato Riso Susan che, però, è preso di mira dai repubblicani proprio a causa delle sue dichiarazioni sugli attentati al consolato di Bengasi nel 2012.

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