Scienziato: “ Il segreto dell’immunità sta nelle cellule T ”

SINGAPORE (14 novembre 2020) – Antonio Bertoletti, scienziato cremonese che lavora all’Università di Singapore, parla via skype dal suo ufficio. Professore di malattie infettive emergenti alla Duke-Nus Medical School, da mesi studia SarsCov-2 e affronta importanti studi sulla possibile immunità.

Come procedono i tuoi studi sull’immunità? Ti è stata inoltre conferita una prestigiosa pubblicazione su Nature. “Studio in particolare le cellule T, che sono una componente evolutiva del nostro sistema immunitario composto da anticorpi e precisamente da questo tipo di cellule. Entrambi combattono il virus, ma in modi diversi. Gli anticorpi lo riconoscono per quello che è e lavorano per bloccare l’infezione. I linfociti T, invece, riconoscono le cellule infettate dal virus e che quindi lo riproducono, e vanno ai gigli (demolirli, ndc). Se gli anticorpi e le cellule T crescono nel nostro corpo, diciamo che è una buona cosa. “

Il termine immunità spesso non è così chiaro, almeno tra noi laici, puoi illuminarci?
“L’immunità è vista come protezione contro le malattie, ma da un punto di vista immunologico, ciò significa sostanzialmente che le cellule T o gli anticorpi si sono sviluppati per riconoscere il virus. Questo non significa che sei completamente protetto. La realtà è che potresti essere immune, pur rimanendo infetto. I nostri linfociti T, però, hanno una memoria e quindi anche se gli anticorpi si riducono dopo un certo periodo di tempo dopo aver contratto la malattia, il soggetto sarà comunque in grado di contenere l’infezione e superarla con poco. I linfociti T della memoria, questa è la definizione scientifica dei linfociti T, sono più importanti degli anticorpi, almeno gli studi puntano in questa direzione. Se non sei vaccinato contro un virus, non hai le specifiche per combatterlo, ma quello che il mio lavoro mostra è che nelle persone che non si sono mai ammalate di Coronavirus, in realtà, c’è ha anche tracce abbastanza consistenti di immunità delle cellule T contro sezioni di SarsCoV-2 che potrebbero essere state stimolate da altri virus che normalmente circolano nella popolazione. L’idea generale, invece, è quella di una completa mancanza di immunità contro i coronavirus, un’idea chiaramente sbagliata.

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13 novembre 2020

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