L’erede – Formula 1 – Motorsport

[Rassegna stampa] – Mick Schumacher è stato annunciato come il nuovo pilota Haas per la stagione 2021. Il suo effettivo arrivo in F1, sebbene ampiamente annunciato, ha suscitato entusiasmo e curiosità nella stampa italiana, come segno della storia senza fine scritta da Padre Michael .

Schumacher: “Vado a correre con il 47”

Adesso è certo: inizia la seconda era Schumacher

All’inizio era la sensazione di un destino inevitabile, anche se vago. Poi, con il titolo di Formula 3 nel 2018, è arrivata la consapevolezza che il percorso intrapreso poteva avere un solo punto di arrivo. Da allora tante conferme, tanti segni di una carriera segnata. Infine la certezza, acquisita in questa travagliata stagione in cui è a capo della Formula 2, di cui intende diventare campione in questo fine settimana. […] Mick Schumacher è arrivato tra i grandi. La prima parte della sua corsa, quella in cui il suo cognome fungeva da motore, sta per concludersi. Inizia quello in cui dovrebbe cercare di non renderlo troppo pesante. […]. E avrà il numero 47, con il 7 destinato a rendere omaggio a papà e alla sua vittoria in Coppa del Mondo, “ma anche perché 47 è la somma delle date di nascita della mia famiglia”.

[…] il video diffuso ieri dai social di F1 da solo dà un’idea della tempesta impetuosa e proiezioni di speranze e incoraggiamenti, desideri e affetti destinati ad avvolgere Schumino. In questo video potete vederlo giovanissimo, di meno di un anno, già seduto su un go-kart, con le manine che cerca di afferrare il volante mentre Daddy Michael lo bacia. Mick ci è abituato. […] E forse è davvero l’unico che, una volta in pista, non confonderà suggestioni (e ricordi, somiglianze) con la realtà e le prevedibili difficoltà di un inizio di carriera. […]

Mario Salvini, Gazzetta dello Sport

È qui per i suoi meriti. Maturo, umile, allontana i malvagi

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Il primo pensiero gli venne in mente, Michael. Con un’emozione che lo porta a immaginarlo orgoglioso e fiero di questo figlio, Mick, capace di riportare il nome di Schumacher in F1 dopo tanti anni e profonde sofferenze. Lo fa a modo suo, con uno stile diverso da papà[…]. Il cognome conta bene, allerta investitori e speculazioni, ma qui abbiamo un ragazzo che può guadagnarsi da vivere per quello che è, per quello che fa. Non uno dei primi campioni. Piuttosto un ragazzo di 21 anni che ha deciso di assecondare la sua natura, maturando gradualmente. […]. Sarà il nero, i colori della squadra Haas, il loro costume per il 2021; oggi è rosso, ad indicare non solo l’appartenenza alla Ferrari Driver Academy ma una scelta di campo; una continuità che scatena un brivido ad ogni colpo. […]. Mick si occupa da tempo di chi lo considera ancora un raccomandato […]. Chi lavora con lui lo descrive come una persona lontana da ogni presunzione. Riservatezza e lavoro piuttosto per tenere a bada la cattiveria. Ha scelto Vettel come suo mentore, sua madre e Sabine Kehm, ex assistente di Schumi, lo proteggono con esemplare sobrietà. […]. Avrà un pari come suo compagno, il russo Mazepin stesso una recluta, il che significa meno ansia di fronte alla rivalità. Con gli occhi di tutti su di lui, come nel caso di Damon Hill, Jacques Villeneuve, Nico Rosberg, alle prese con la necessità di essere riconosciuti non solo come figli di padri leggendari. Ci riuscirà, speriamo e crediamo. In molti modi, lo ha già fatto. […].

Giorgio Terruzzi, Corriere della Sera

Favola Mick Un altro Schumi in Formula 1

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La tuta rossa di Prema e lo stesso look, solo un po ‘arrotondato quello che ha messo Mama Corinna. Per il resto Mick Schumacher è suo padre, fisicamente ovviamente: ora che è arrivato il leggendario figlio, la tentazione di rivedere Michael in F1 è fortissima e non solo per chi ha la Ferrari nel cuore. […]. Dal 2021, Mick correrà per Haas, un contratto pluriennale. […].
Dopotutto, è stato il destino, da quando Michael una volta gli ha chiesto: “Lo vuoi davvero?” È bastato un cenno del capo in risposta e l’idea è commovente che a causa del sanguinoso incidente sugli sci di fine 2013, Schumacher non abbia potuto beneficiare della crescita del suo campione. Mick si è evoluto come gli consigliava suo padre: ha vinto la seconda stagione in F4, si ripete in F2 […]. “La pressione in F1? Potrò resistere, ci sono abituato ”. Per tutta la vita: dopo aver iniziato con il cognome di sua madre, Betsch, è tornato con orgoglio a quello del suo passaporto: “Non mi interessa essere il miglior figlio che ci sia”. Lo sponsor sul cappello è rimasto lo stesso, così come la storica portavoce Sabine Kehm. Manager, un altro figlio d’arte: Nicolas Todt. […]. Tutto quello che devi fare è indossare un casco e continuare a sognare.

Jacopo d’Orsi, L’impronta

Padri e figli minori Schumi e discendenti della velocità

Motori come lessico di famiglia. […]. Motori come alfabeto, cibo e anche destino? […]. Non è il primo e non sarà l’ultimo, Mick, a seguire le orme di suo padre. Ma essere chiamato Schumacher è diverso da tutte le dinastie: de Hill, Villeneuve, Rosberg, Verstappen, Sainz, Fittipaldi o Alesi. Perché papà Michael ha vinto tutto e, prima di Lewis Hamilton, soprattutto. Ma soprattutto per come e con chi lo ha fatto, trasformando piloti e Formula 1 in professionisti e Ferrari (con cui ha vinto 5 dei suoi 7 titoli) in un dream team. Anzi, in famiglia ea scuola. E poi è scomparso: dall’incidente sciistico di Méribel nel 2013 c’era anche Mick, le sue condizioni di salute restano protette dietro la più severa riserva.
Una storia enorme e immensamente dolorosa di cui Schumi junior […] è infatti l’erede: […] Dal 2021 farà il suo debutto in F1 con Haas, il team cliente della Scuderia. […]. Come già Jules Bianchi e Charles Leclerc, dalla cantera rossa Mick si candida al posto Ferrari. In videoconferenza dal Bahrain, con Sabine Kehm al suo fianco, la sua portavoce come prima del padre, non vuole guardare così lontano […].
Ma gli chiederemo di più. “Sono fortunato ad avere persone intorno a me che mi supportano”. Anche Jean Todt, Ross Brawn, Stefano Domenicali, presenti anche loro con Michael. Ma lui avrà i suoi occhi su di lui […]. Damon Hill è stato il primo campione del mondo degno di Papa Graham, così Nico Rosberg di Papa Keke. Piloti dolorosi, come Jacques Villeneuve dopo la morte di padre Gilles. Mick correrà con il 47: “Perché mescola numeri che mi sono cari: sì, il 7 mi ricorda i titoli di papà, ma la somma comprende tutti i compleanni di famiglia”. E sfortuna. Correrà a disperderli, in nome di suo padre.

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Alessandra Retico, La Repubblica

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