Forte ondata di maltempo, la regione di Belluno in ginocchio. Paura e danni al centro del Veneto. Aggiornamenti in tempo reale

BELLUNO. La vera “bomba d’acqua” ha imperversato sulle montagne e ha causato molti danni. Il vento di scirocco che ha “insaccato” l’umidità sul Veneto ha scaricato vere e proprie cascate sul Bellunese, la provincia più colpita con oltre 150 interventi dei vigili del fuoco in poche ore.

Si tratta di una vera e propria alluvione che colpisce la provincia di Belluno, con piogge incessanti iniziate venerdì e che continuano ancora, la mattina di domenica 6 dicembre.

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INONDAZIONE

Tutto l’Alpago nella parte bassa è sommerso, con torrenti straripanti che hanno invaso strade, piazze e case. Compresa la casa di riposo Puos che in questo momento, alle 9:30, viene evacuata. Sul posto decine e decine di ambulanze, sanità, polizia, volontari, comunali per portare gli anziani altrove. Sotto l’acqua un’intera ala, le sale da pranzo, le cucine. Problemi di illuminazione e riscaldamento.

Numerose le alluvioni anche nel Feltrino, dovute alle tante piogge e allo scarico dei torrenti dagli alvei.

IL PIAVE

Il Ponte Bailey di Belluno è stato chiuso nelle prime ore della giornata, il livello del Piave è molto alto, appena sotto l’argine di Lambioi. Sono monitorati anche tutti gli altri fiumi e torrenti, dal Cordevole alla 203 Agordina.

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GOSALDO ISOLATO

Gosaldo è isolato e si aggiunge a quello di Cibiana, Misurina e in parte alla valle di Zoldo. A Gosaldo è chiusa la provinciale 347 da Forcella Aurine verso il Don, chiusa il Col de Cereda, chiusa la provinciale 3 che collega la città a Rivamonte. Anche la Valle del Mis sp 2 è chiusa per smottamenti e cedimenti di alberi e carreggiata. Nella valle del Mis le frazioni di Ren e Coltramai sono isolate perché il ponte di accesso è crollato. Il crollo ha coinvolto anche un’autopompa antincendio. “Hanno sentito il terreno cedere – spiega il sindaco di Gosaldo – e hanno fatto in tempo a scendere, poi il ponte è crollato”.

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Ore 11. L’Alemagna, a Vodo di Cadore, è stata riaperta, ma solo in alternanza a senso unico. È stato chiuso intorno alle 10 a causa di una frana

VAL DI ZOLDO E CIBIANA

La Val di Zoldo è bloccata a causa di una forte frana nel Mezzocanale, accessibile solo dal passo Staulanza. Anche Cibiana è isolata, a causa di una frana nei pressi del ponte verso Venas, e di una situazione precaria verso Zoldo. Altre frane sono cadute nel comune di Cibiana.

Impossibile accedere a Misurina per tutte le strade chiuse. Ma ci sono frazioni isolate ovunque, in tutto l’Agordino.

VALANGA

Una valanga è caduta sull’albergo Genzianella di Rocca Pietore. “La situazione è critica come negli altri comuni perché piove da molte ore, anche oltre i 1500 metri – spiega il sindaco De Bernardin – la zona sopra l’albergo non è una valanga ma una piccola valanga. Si è mossa che è arrivata sui muri dell’hotel e ha sfondato una porta e una finestra, riempiendo di neve i corridoi. I vigili del fuoco volontari di Caprile la portano fuori. Nessuno è rimasto ferito. “

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SENZA LUCE

Sono migliaia le famiglie senza elettricità: a Zoldo nel 1500, a Trichiana 246, a Longarone 129, a Feltre 39, a Castion 885, a Misurina 32, ad Agordo 1135, a Saviner 58, Alleghe 20, Pescul 386.

TREVISE. CORDIGNANO ALLAGATO

Dall’Alpago in tempesta, discese per pochi chilometri verso il Cansiglio e il Vittoriese. Qui il fiume Meschio si è ingrossato, alzando tutti i livelli idrometrici a Cordignano, nel cuore della notte “Livelli mai visti negli ultimi 30 anni”, conferma il sindaco Alessandro Biz.

Il punto in cui viene allagato il Meschio dopo l’arrivo della bomba d’acqua di montagna

L’acqua ha fatto saltare gli argini alle 4 del mattino e nell’oscurità ha allagato la città, inondando tutti i piani inferiori, i garage e le cantine.

Fortunatamente, l’inondazione improvvisa si è dissipata in poche ore, ma il danno è stato significativo.

Danni in tutta l’alta Pedemontana, con una casa minata da una frana e Fregona, nei pressi delle grotte del Caglieron, e la vecchia stazione di Nove di Vittorio Veneto, scoperta dal vento.

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VENEZIA

La Basse Piave attende quindi la piena del fiume che questa mattina alle 8 di Belluno era appena sotto il livello massimo della diga di Lambioi. La notte è trascorsa tranquilla, con tecnici di ingegneria civile e volontari che hanno bloccato i passaggi sotterranei e monitorato costantemente il livello del Piave, del Livenza e del Tagliamento. Il mare sembra ricevere acqua. Tutti gli uomini rimangono allineati lungo i fiumi.

SEMPRE ALTA MOSE

Il sistema di sbarramento del Mose è sempre rimasto elevato, anche di notte, evitando così la comparsa di due picchi alti 130 centimetri su Venezia tra ieri e oggi. Le file di porte, ad eccezione dell’abbassamento del Malamocco di ieri, per il transito di alcune navi, che hanno operato per quasi 40 ore consecutive. Ha evitato una forte marea alta per Venezia. Ieri sera, dopo il picco di +130, il livello è rimasto sopra i 10 metri per più di 3 ore. Il Mose rimane in servizio anche domenica (sarà fino alla fine del pomeriggio), anche perché è previsto un altro massimo di 130 centimetri, intorno alle 14. Le previsioni vengono aggiornate in tempo dal Tidal Center man mano che l’intensità e la direzione del vento continuano. cambiamento, influenzando anche il movimento delle masse d’acqua nella laguna interna. Nonostante sia ormai paragonabile ad un “bacino” chiuso, la lunga permanenza dell’alta marea e l’effetto del vento, che sposta l’acqua da Chioggia a Venezia e viceversa, riescono in qualche modo a gonfiare lo specchio di la laguna. Così, in città, il livello dell’acqua è salito ieri sera a 89 centimetri, e oggi a 86 centimetri, riuscendo a coprire con un velo d’acqua solo le zone più basse della Marciana.

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PADOVA

Bacchiglione, Frassine e Fratta sono i fiumi sotto stretta osservazione nella regione di Padova. In provincia è operativa la sala operativa di via Cave. Il servizio allagamento degli ingegneri civili, di tutta la regione, ha chiesto di informare i sindaci dei comuni di Veggiano, Saccolongo e Selvazzano del transito dell’alluvione del Bacchiglione e dell’eventuale necessità di chiudere i ponti. Nei punti più critici, i volontari si impegnano a monitorare essi stessi l’impermeabilizzazione degli argini e dei ponti: per il momento non si è verificata alcuna situazione preoccupante. A Bovolenta, invece, sono state installate in via precauzionale le prime paratoie di La Ponta a partire dalle 8:40, in previsione dell’arrivo della grande quantità d’acqua. Pieno in transito anche per le Frassine: alle 10 c’è il primo calo di quota per i Montagnanais, dato a Borgo Frassine il dato è 3,21 contro 3,36 del massimo. Il dato continua a crescere nella regione di Sostegno, a Este: sono previste alluvioni imminenti. A Santa Croce di Ospedaletto Euganeo si è verificata una parziale allagamento della golena. L’utilizzo del bacino di Montebello dovrebbe prevedere una fase di piena molto lunga. Aumenta anche il livello di Fratta.

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REGIONE: AVVIATO PROCESSO ZONA DI CRISI

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha avviato l’iter di dichiarazione dello stato di crisi per le zone della regione colpite dal maltempo.

In attesa della firma del Governatore e della trasmissione al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile Nazionale della richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, il decreto resterà “aperto” al fine di consentire alle autorità autorità locali per effettuare un inventario dei danni a opere pubbliche, infrastrutture, persone, imprese e siti produttivi e comunicare i risultati alle competenti sedi regionali.

Lo stato di crisi, al momento, riguarda i comuni delle regioni Alto Vicentino, Trevigiana Pedemontana e il territorio della provincia di Belluno.

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