Il fungo “roditore delle radiazioni” di Chernobyl potrebbe proteggere gli astronauti su Marte

L’umanità vuole diventare una specie interplanetaria con la “conquista” di Marte. Qualcosa che la NASA intende realizzare entro l’inizio del prossimo decennio che Elon Musk intende guidare costruendo la sua astronave Starship. Gli esseri umani, tuttavia, non sono fatti per luoghi diversi dalla Terra.

Il motivo è semplice: diversi milioni di chilometri ci separano dalla Terra a Marte e, durante un viaggio nello spazio, i futuri astronauti saranno completamente in balia delle radiazioni. Questi, come sappiamo, non sono molto buoni per gli esseri umani. Senza dimenticare, inoltre, che sul pianeta rosso ci sono alte dosi di questi raggi mortali.

Il nostro sogno di conquistare altri mondi è già svanito? No, perché abbiamo già diversi piani per combattere questa radiazione malvagia. Alcune specie sulla Terra sono in grado di assorbire radiazioni pericolose. Per esempio, 200 specie di funghi sono state trovate vive – in pace – tra le rovine della centrale nucleare di Chernobyl (dove sono state trovate colture altamente radioattive).

In particolare, gli esperti hanno esaminato il Cladosporium sphaerospermum, un fungo che è stato persino portato sulla Stazione Spaziale Internazionale per testarne la capacità di fermare le radiazioni cosmiche. I dati sono incredibilmente incoraggianti perché gli strati di questo fungo potrebbero essere utilizzati per proteggere gli astronauti nello spazio profondo e altri pianeti e lune, secondo uno studio. pubblicato sul server di pre-stampa di bioRxiv.

Il documento si legge che uno strato di più o meno 21 cm di spessore di questo fungo potrebbe ampiamente compensare l’equivalente della dose annuale di radiazioni sulla superficie di Marte. Insomma, ottime notizie.

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