Perché la seconda ondata è stata peggiore della prima e quella che ha colpito di più

La seconda ondata di contagi da coronavirus in Italia ha avuto un impatto maggiore sulla mortalità totale del nostro Paese rispetto a quella della prima ondata. A sottolinearlo, i dati del Quarto Rapporto in data mortalità durante l’epidemia di Covid-19 a cura dell’Istituto Nazionale di Statistica e dell’Istituto Superiore di Sanità. “Da fine febbraio a novembre, le morti per Covid-19 rappresentano 9,5% dei decessi totali del periodo, durante la prima ondata epidemica (febbraio-maggio) questa quota è stata del 13%, mentre nella seconda ondata il contributo totale dei decessi per Covid-19 è salito al 16% a livello nazionale “, si legge nel documento pubblicato oggi da “Istat.

Nella seconda ondata, il 16% dei decessi sono covidi

Un pesante equilibrio in seconda ondata di infezioni durante la quale sono state fortemente colpite anche le regioni meridionali, che invece erano state risparmiate nei primi mesi dell’anno. Durante il periodo successivo all’estate, infatti, l’eccesso di mortalità, in totale quantificati in 84mila decessi aggiuntivi durante la covida pandemia, si è diffusa in tutto il paese pur rimanendo più pronunciata nel nord. Se durante la prima ondata epidemica (febbraio-maggio) il contributo dei decessi per Covid-19 alla mortalità generale è stato del 13% (con valori prossimi al 20% al Nord, 6% al Centro e 3% al Sud), seconda ondata (ottobre-novembre), il contributo globale dei decessi legati al Covid-19 è aumentato al 16% a livello nazionale (19% al Nord, 13% al Centro e al Sud), con un sensibile aumento a novembre.

La mortalità in eccesso nel nord supera il picco di marzo-aprile

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Nella seconda ondata in termini assoluti si stima un aumento dei decessi di circa 32mila unità per i mesi di ottobre e novembre 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti, ovvero il periodo 2015-2019, e in molti regioni di Mortalità in eccesso del nord il totale per il mese di novembre supera quello del picco di marzo-aprile. In dettaglio, a fronte di un eccesso di morti intorno al 13% osservato ad ottobre, sia al Nord che al Centro-Sud, a novembre si è nuovamente distinta l’eccesso di mortalità al Nord (+ 61,4%), rispetto a quella del Centro (+39.3) e del Sud (+ 34,7%).

Le regioni più colpite dalla seconda ondata di coronavirus

Nella seconda ondata di contagi da coronavirus, l’aumento dei decessi è inferiore a quello della prima solo in Lombardia (+ 66% a novembre rispetto a + 192% e + 118%, rispettivamente, a marzo e aprile), e in Emilia Romagna (+ 34,5% contro + 69% di marzo). La regione con il maggior incremento di mortalità è la Valle d’Aosta (+ 139% contro + 71% di aprile) che è anche la regione con più contagi rispetto alla popolazione residente. Seguono Piemonte (+ 98% a novembre contro + 77% ad aprile, Veneto (+ 42,8% contro + 30,8 di aprile) e Friuli-Venezia Giulia (+ 46,9% contro + 21,1 %)).

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