Vaccino Pfizer, dose per over 80 posticipata con ritardo. “Ma manterremo i promemoria”

Vaccino, il ritardo di Pfizer trascina la dose per gli anni '80.

Tempi di consegna accumulati da Pfizer-BioNTech ora rischiano di slittare l’inizio di vaccinazioni da 80 anni. Cioè, l’ultima e più consistente categoria di rischio inclusa nella fase 1 della campagna di vaccinazione potrebbe dover attendere una o due settimane in più del previsto prima della vaccinazione.

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Si tratta di circa 4 milioni e mezzo di persone che, secondo i diversi calendari stabiliti dalle Regioni sulla disponibilità proposta dall’azienda farmaceutica, avrebbero dovuto iniziare a ricevere la prima dose tra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio. Tuttavia, le cose potrebbero andare diversamente e spostare un po ‘più in là l’orizzonte temporale per non sprecare il lavoro svolto finora. Le dosi disponibili sono effettivamente inferiori alle attese e quindi – a meno che Pfizer non rimedi, ma dalla struttura del commissario per le emergenze Domenico Arcuri dicono “non ci sono prove che possa fare questa settimana il prossimo, infatti “- quelli ricevuti saranno quelli che riceveranno la seconda dose 21 giorni dopo la prima somministrazione.

DOSI MANCANTI
Ma andiamo con ordine. Per la settimana in corso dagli stabilimenti Puurs in Belgio, dopo una decisione unilaterale di Pfizer dettata da interventi di manutenzione in fabbrica, il 29% in meno di bottiglie è partito per l’Italia rispetto al programma concordato. Si tratta di circa 165.000 dosi mancanti su poco più di 562.000, una drastica riduzione che rischia di impantanare il piano vaccinale italiano. Tanto più che la scelta di Pfizer è stata arbitraria anche in termini di distribuzione. “Il vero problema – ha spiegato Luigi Icardi, coordinatore della Commissione Sanità della Conferenza delle Regioni – è che la riduzione non è stata applicata in modo lineare per tutte le Regioni. Alcuni non hanno subito tagli, altri invece hanno ottenuto il 60%. Occorre quindi perequazione tra le Regioni ”. Un patto di solidarietà i cui governatori già martedì sera, durante un incontro con Arcuri ei ministri Boccia e Speranza, hanno posto le basi. Inoltre, è stato anche deciso che nei prossimi giorni sarà intrapresa un’azione legale contro Pfizer attraverso l’ufficio del procuratore dello stato per violazione del contratto.

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Tuttavia, questi sono solo i passaggi iniziali. Al di là dei problemi di uguaglianza territoriale e della legittima indignazione per il trattamento subito (i 6 governatori del Carroccio ieri hanno pubblicamente invitato il premier Conte ad assumersi le proprie responsabilità), si prosegue con la roadmap allora definita Partendo dagli over 80 già dalla prossima settimana, l’azienda farmaceutica dovrebbe recuperare immediatamente lo svantaggio accumulato. Ma non sarà così. “Anche la prossima settimana ci sarà un’ulteriore riduzione delle dosi del vaccino Pfizer – ha aggiunto Icardi – Dal 25 gennaio non sarà più in regola”. Arcuri ha parlato di “una leggera ulteriore riduzione delle consegne”, circa 5.000 dosi sulle 470.000 previste che, però, non garantisce il completamento delle nuove prime vaccinazioni. Per questi, infatti, bisogna colmare il gap della scorsa settimana, ma questo non avverrà prima di febbraio.

L’unica certezza è che rimuovendo le vaccinazioni localizzate effettuate tra Natale e Capodanno, la campagna di richiamo è appena iniziata e va tutelata. Se le seconde dosi non vengono somministrate dopo 21 giorni nel caso di Pfizer (28 per le rarissime fiale Moderna inoculate), l’efficacia del vaccino al 95% non può più essere garantita. Per questo le (poche) dosi che sono arrivate in questi giorni e quelle che arriveranno la prossima settimana devono essere in gran parte destinate alle “vecchie” amministrazioni, bloccando di fatto quelle nuove.

Ed è qui che entrano in gioco gli over 80. Nonostante l’ottimismo del governo, con il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che si è detto “fiducioso che i programmi vaccinali possano essere rispettati”, per gli anziani all’inizio delle vaccinazioni rischiano effettivamente le mutande. “I ritardi di Pfizer stanno rendendo prioritario somministrare seconde dosi per completare la copertura vaccinale”, ha detto il consigliere sanitario del Lazio Alessio D’Amato. Più chiaramente Giacomo Lucchini, coordinatore della campagna in Lombardia: “I ritardi nelle consegne ritarderanno la fine della prima fase dal 28 febbraio all’11 marzo”. Verrà quindi posticipato l’avvio della campagna di vaccinazione anti-Covid sia per l’ottantenne che per i malati cronici (questi ultimi sono i primi in lista per la seconda fase), per i quali si rischia di dover aspettare che Moderna aumentare la distribuzione. o che le dosi di Astrazeneca diventano disponibili.

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C’è anche un altro indizio su questo effetto. Anche i 1.500 medici e infermieri che, secondo le indicazioni di Arcuri, avrebbero dovuto “scendere in campo” da ieri, non entreranno in servizio fino alla prossima settimana. Nel migliore dei casi da lunedì 25, ma non è detto che sarà così.

Ultimo aggiornamento: 21 gennaio, 06:25


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