Aveva lavorato per riviste famose, il suo studio era in via Roma. Amici: “Persona timida e profonda. Era un intellettuale “
UDINE. Un intellettuale. Una persona profonda che ha saputo coniugare arte, cultura, fotografia e comunicazione. Un professionista che non amava tecnologie e tecnicismi, ma che esprimeva concetti e significati attraverso le immagini. È il “cliché” con cui gli amici più cari ricordano il fotografo udinese Paolo Gallo scomparso mercoledì 7 aprile all’età di 62 anni a seguito di una malattia di cui soffriva da tempo.
La sua anima creativa, negli anni, aveva saputo esprimersi in modi diversi. Aveva da tempo il suo studio in via Roma, era un apprezzato fotografo pubblicitario, capace di “mostrare qualcosa da un altro punto di vista e con una fervida immaginazione” come l’aveva scritta lui stesso. Aveva viaggiato, aveva collaborato con importanti riviste italiane e straniere, aveva fatto teatro, pubblicato libri e le sue opere fotografiche avevano dato vita a mostre. Ultimamente aveva lavorato anche su Internet perché i suoi lavori erano sollecitati da “banche di immagini”.
“Lavoriamo insieme da tanti anni – racconta Sandro Comini dell’agenzia di pubblicità Unidea – siamo cresciuti insieme. Era ben noto nel settore. Ma chiamarlo fotografo sarebbe un eufemismo. Era un intellettuale, un artista che non si accontentava mai dell’immagine, ma che ha sempre voluto poter comunicare un concetto ed è proprio per questo motivo che le sue opere erano spesso sufficienti da sole per fare campagna. Non era troppo appassionato di tecnologia e dettagli tecnici. Al contrario, era a suo agio nel seguire eventi culturali o nel creare opere editoriali ”. Narcisio Levan aveva conosciuto Paolo Gallo negli anni ’90, quando aveva il laboratorio fotografico in via Roma: “Ero un rappresentante per un’azienda cosmetica – ricorda Levan, per gli amici“ il conte di Taipana ”- ed ero lì. per lavoro. Poi ci siamo sempre tenuti in contatto. Era una persona molto sensibile e non li ha mandati a dire. Ha espresso i suoi pensieri senza compromessi. Ed è sempre stato fedele al suo modo di essere, qualunque siano le mode e le circostanze. Un vero artista, forse uno dei migliori fotografi che il Friuli abbia conosciuto. E, soprattutto, un amico ”. Un altro caro amico, Artemio Croatto, gli ha dedicato un pensiero speciale, che ricorda “il legame costruito negli anni buoni”, “saggezza, caparbietà e lucidità, senza alcun compromesso”.
“Non ho mai confuso la professione con la necessità di immaginare – scriveva Paolo Gallo in un” corso “- Non sono un tecnico della fotografia e spesso preferirei che qualcun altro mi scattasse le foto. Penso che sia inutile dire cosa hai fatto finora, vuol dire che nessuno se ne è accorto. Così ora firmo le mie foto con un nome diverso (…), perché non a tutti interessa apparire, ma continuare a immaginare ”. L’ultimo saluto è previsto per sabato 10 aprile alle ore 12 nella chiesa del cimitero di Udine.
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