Affare Lazio-Torino: la linea folle della Lega

Ignorando il ragionevole invito del presidente della Figc a rinviare la partita, la Lega ha intrapreso la strada dell’ipocrisia. Il campionato va difeso, ma non così

Il calcio assurdo ha scritto un’altra pagina scoraggiante. La Lega, tralasciando il ragionevole invito a rinviare Lazio-Torino fatto dal Gravina, ha deciso di intraprendere ostinatamente la via dell’ipocrisia, lasciando la partita in programma sapendo già che non sarebbe non si giocherebbe, se non in un’altra data.

Tutto in nome di una presunta e incomprensibile difesa del campionato, non sappiamo contro quale nemico. Contro il buon senso, ovviamente. Cosa avrebbe dovuto fare il Torino? Secondo il consiglio della Lega avrebbe dovuto violare le leggi statali, violare il divieto dell’Asl, arrivare a Roma e quindi rischiare anche penalmente. Una follia.

Dopo aver detto che Lazio-Torino finirà per giocare nelle prossime settimane come tutti già sanno, queste due giornate hanno di nuovo sollevato interrogativi. Intanto la questione del governo della Lega: così com’è non funziona. Chi guida oggi deve rispondere anche a presidenti senza un minimo di visione se non l’interesse personale, vigorosamente tutelato a costo di far sprofondare il calcio italiano in una mediocrità da cui sarà difficile uscirne. Pertanto, l’immissione di fondi è richiesta immediatamente.

L’altra questione è la revisione del protocollo: falso il principio che il pallone è indipendente dal Paese, l’andamento della pandemia e anche dell’ASL è falso. Siamo nel mezzo della terza ondata di Covid, aggravati da varianti molto più contagiose. Il campionato va difeso con misure adeguate, non con follie come ieri. Altrimenti, tra qualche anno, non ci sarà più nulla da difendere.

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