Agnelli dimentica Sarri e loda Pirlo: “Già nel futuro, ma il mondo non vede l’ora di colpire la Juve” | Prima pagina

Andrea Pirlo non è solo presente ma anche futuro. Anzi, è già nel futuro. Andrea Agnelli è certo, il presidente della Juventus ha scambiato parole col miele per il nuovo allenatore della Juventus e per tutto il suo staff. Sottolineando che questa scelta di coraggio, forse di rottura, necessita però ancora di più convinzione per dare i suoi frutti: la società dovrà difenderlo e sostenerlo, anche perché il presidente della Juve sa come aspetta il mondo intero. Pirlo. “Ho la sensazione, da queste prime settimane, che il mondo che ci circonda sia ansioso di giudicare alcune sconfitte. Pirlo, al suo esordio assoluto in panchina, ha dovuto fare i conti con la totale mancanza di preseason. Dovremo accompagnarlo in questo percorso iniziale che non sarà privo di ostacoli e sono certo che quando ne troveremo uno il mondo proverà a colpire la Juve per le scelte fatte.Tutto con Pirlo, quindi. Ora più che mai, perché per ora Pirlo ha solo finito il tempo. E Agnelli non ha dubbi sul futuro: “Penso che il nostro sia il primo staff tecnico moderno che vedo, in cui ognuno ha un compito e si evolve prendendo coscienza del proprio ruolo. Questo è lo staff che campioni come De Ligt vorranno sempre avere tra dieci anni ”. Presente e futuro, quindi: Pirlo. Ma il passato?

SENZA SARRI – La più recente è stata firmata da Maurizio Sarri.

Quella recente è stata fatta di successi e delusioni, l’ultima stagione ha un sapore “agrodolceCome ha detto Agnelli. Che nel discorso introduttivo, ripercorrendo gli equilibri sportivi dello scorso anno, ha passato in rassegna tutti con i suoi complimenti: Nedved, Paratici e Cherubini, poi Braghin e Guarino, infine Pecchia. Tutti. Anzi, quasi tutti. Perché il nome di Sarri non è entrato in questa analisi dettagliata. Qualunque sia il significato si voleva dare a questa assenza, in ogni caso, la risposta di Agnelli è arrivata a una domanda precisa, commentando così il rapporto con Sarri: “Ho bei ricordi di Maurizio come persona: coltivato, con un certo senso dell’umorismo e interessi diversi oltre al calcio che è la sua prima passione e che vive in modo coinvolgente. Sono contento che abbia vinto lo scudetto con noi. Gli ho detto di portare la coppa dello scudetto al museo e lui sarà sempre ricordato come uno degli allenatori vincenti della Juventus“.

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ALCHEMY – Se la storia è sbagliata in anticipo, allora è una questione di alchimia: “Negli anni ho visto come si crea in uno spogliatoio un’alchimia che permette di superare ostacoli che possono sembrare insormontabili. Ecco, credo che questa alchimia non si sia creata tra Maurizio e tutto l’ambiente, ma abbiamo vinto insieme un campionato ”. Semplicemente non dovevano stare insieme, Sarri e la Juve.

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