All’asta il primo SMS della storia: ecco cosa c’era scritto

A Parigi il martello dell’asta batte 107mila euro. Un importo record per il primo SMS mai inviato. Un messaggio di buona fortuna che ora farà bene.

Asta di SMS
Foto © AdobeStock

Quasi tutte le offerte telefoniche oggi rendono all-in-one su Giga utili per rendere più coinvolgente la navigazione in Internet. Niente di strano, visto che i telefoni sono sempre meno telefoni e sempre più minicomputer a portata di mano. Il concetto originale del telefono cellulare ormai è quasi un dettaglio. Come se la funzione di chiamare e ricevere chiamate fosse qualcosa di superfluo, quasi in secondo piano rispetto alla funzione ben più interessante di connettere il mondo intero. Eppure, mentre questo può sembrare poco utile, gli stessi dettagli continuano a ritrovarsi nelle varie promozioni degli operatori.

Minuti e SMS. Anche se, soprattutto quest’ultime, sono ormai un corollario della disponibilità di internet. E pensare che, fino a qualche anno fa, i messaggi mobili non erano solo a pagamento, ma anche estremamente popolari. Solo i veri mezzi comunicare informazioni scritte a distanza. Un momento storico che ormai sembra risalire a un secolo fa, quando né WhatsApp né altre applicazioni simili erano ancora emerse. E il fascino degli SMS è rimasto in qualche modo immutato, anche se l’illimitatezza delle diverse offerte è per lo più destinata a rimanere inutilizzata.

SMS, i primi ad essere messi all’asta: quanto raccolto

Lo sanno bene i partecipanti all’asta di Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi, dove il primissimo SMS è stato aggiudicato all’incredibile cifra di 107.000 euro. Non si sa chi fosse l’acquirente ma è già stato chiarito cosa farà con i soldi che ha pagato: sarà donato a un ente di beneficenza dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Chissà se nel 1992, quando ha inviato questo messaggio, il suo autore avesse già immaginato che un giorno queste poche parole avrebbero portato così tanti soldi. Sì, perché sono passati quasi trent’anni da quando è stato inviato questo SMS. E oggi, per essere messo all’asta, il testo è stato trasferito su un modernissimo token non fungibile (NFT) materializzato su una cornice digitale con un certificato firmato dal dirigente Vodafone Nick Read.

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Sì, perché è Vodafone. Era il 1992, infatti, quando il programmatore Neil Papworth suonò il cellulare del suo collega, Richard Jarvis, nel bel mezzo di una festa a cui stava partecipando. Niente di meno che una festa di Natale aziendale. Poche parole sono apparse sul dispositivo dell’uomo. Solo due in effetti, ma del tutto appropriati: “Buon Natale”. In pratica un augurio di buon Natale, il messaggio più semplice del mondo, ma capace di fare la storia. Si tratta, infatti, di un passaggio fondamentale nella storia della comunicazione, il primo passo di un’evoluzione tecnologica che porterà, in pochi anni, a sperimentare nuove forme di condivisione. Il precursore di tutti gli SMS, una di quelle innovazioni che ci ha permesso di fare il nostro ingresso nel mondo contemporaneo. E ora quello stesso messaggio di buon auspicio diventa un’opportunità per fare del bene. Potenza del Natale… o scienza?

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