Il stati Uniti e ilEuropa vengono a ferri corti dopo gli eventi di Accettazione. Al centro del contenzioso, condotto attraverso una serie di polemiche diplomatiche, le modalità e i tempi in cui ilevacuazione dall’Afghanistan.
Le attuali recriminazioni europee scaturiscono dalla gestione unilaterale dei voli e dagli accordi che l’America avrebbe stretto con i talebani senza tener conto della storica presenza sul territorio di paesi come Regno Unito, Francia e Italia.
Un errore, o meglio un vero e proprio capovolgimento secondo alcuni, che potrebbe costare caroAmministrazione Biden sul fronte delle relazioni internazionali all’interno del progetto NATO.
Il sostegno che questi Paesi hanno dato finora agli Stati non solo non è stato reciproco, ma non vede nemmeno il percorso di riconciliazione che l’attuale presidente ha annunciato per cambiare la reputazione della Casa Bianca, restituendo la ingombrante presenza di un autoreferenziale personaggio come Risorsa.
Si teme quindi una forma di distanziamento tra i due poli sebbene l’esito della vicenda sia ancora nebuloso.
Una ricostruzione dei fatti, tuttavia, può far luce su ciò che ha portato le varie nazioni a prendere una posizione ferma contro le azioni americane.
Evacuazione dell’Afghanistan: l’Europa si sente esclusa
Un’operazione frettolosa, piuttosto disorganizzata e decisamente caotica, alla quale il mondo intero ha assistito con grande apprensione. Il teatro di Kabul è sotto i riflettori internazionali da circa due settimane, annunciando al pubblico una resa incondizionata con ripercussioni immediate, così frettolosa da aver colto di sorpresa lo stesso governo Usa.
Biden e la sua gente avevano chiaramente sottovalutato la potenza delle milizie nemiche che, con la loro rapida avanzata, crearono il peggior incubo per i cittadini afghani e le più tristi prospettive a lungo temute dagli analisti più lungimiranti.
Le indicazioni da Washington per le truppe lì in quel momento erano rapide, dirette ma soprattutto isolazioniste poiché non prevedevano alcuna azione congiunta con soldati del resto della NATO.
L’America ha guidato da allora campione autoproclamato, la gestione dell’intera evacuazione non consentendo a inglesi, francesi e italiani di prendere parte alle decisioni del consiglio di amministrazione.
Il traffico aereo con autorizzazione al decollo e all’atterraggio e gate d’imbarco era in mano agli americani, così come le liste dei cittadini da evacuare nelle mani dei marines non includevano destinazioni diverse dagli Stati Uniti. Altri pensano da soli.
Ci sono stati perfino incontri diretti con rappresentanti del gruppo talebano senza che nessuno Stato europeo fosse interrogato su questo argomento, come all’epoca della Accordi di Doha.
un direzione molto diverso dalla natura degli accordi in vigore.
Il vero volto di Biden: continuare sulle orme di Trump?
Il nocciolo della questione è che l’interesse nazionale prenda il sopravvento per ridurre al minimo le comunicazioni con il resto della NATO.
Biden ha davvero intenzione di riallacciare rapporti amichevoli con l’Europa o continuerà sulla strada tracciata da Trump a scapito di tutte le dichiarazioni fatte finora?
Durante la sua campagna elettorale, ha più volte ribadito il urgente bisogno di correggere l’errore del suo predecessore. Ad esempio, si è parlato di ripristinare le relazioni transatlantiche e “renderli più forti di prima“Con una politica basata su”multilateralismo“In nome della libertà, dei diritti universali e del rispetto dello stato di diritto. Cosa gli è successo?
Il restauro sembra essere durato pochissimo, il sogno si è infranto. Del resto, il famoso primo discorso sull’Afghanistan non è stato molto aperto alle conseguenze delle scelte americane sugli stati esteri. Queste affermazioni erano forse già un indicatore significativo del nuovo corso americano.
Il colpo più duro lo ha inferto Macron
L’Europa si prepara ora a rispondere a tutto questo e ad immaginare possibili reazioni, è utile ripercorrere le posizioni assunte nel tempo dal presidente francese, noto per i suoi eccessi “reazionari” nei confronti del progetto della Nato.
Lo ricordiamo Emmanuel Macron nel novembre 2019, quindi, in tempi ignari, aveva definito l’Alleanza come un accordo nello stato di “morte cerebrale“, un accordo “destinato a scomparire”.
Nel febbraio 2021 però, durante il forum del Consiglio Atlantico, ha ribadito la necessità di più”autonomia strategicaDall’Europa, troppo dipendente dalle posizioni americane e debole in politica estera.
Ciò che risalta oggi, però, è la sua posizione sulla futura gestione di dinamiche simili a queste, che si incarna in una frase molto esplicativa:
“Il Medio Oriente e l’Africa sono il nostro vicinato, non gli Stati Uniti”.
Se questa dichiarazione di intenti si rivelerà vera e condivisa anche sulla carta dagli Stati vicini, qualcosa comincerà a muoversi. Per ora, possiamo solo salvare il insoddisfazione generale e la volontà di alcuni di mettersi al lavoro dopo anni di chiacchiere.
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