Oro all’ungherese Aron Szilagyi. Per lui il terzo consecutivo dopo Londra e Rio
Ama cucinare e preparerebbe qualsiasi piatto alla “julienne”. Luigi “Gigi” Samele, sciabola, al Giochi di Tokyo non è riuscito a decidere in finale Ungherese Aron Szilagyi, ma ha conquistato uno splendido e per certi versi clamoroso argento, 9 anni dopo quello di Diego Occhiuzzi a Londra. Dopo il capolavoro della rimonta sul coreano Gu che gli ha dato la certezza almeno del secondo posto, Samele ha provato il colpo contro chi, nel 2012, era già stato dell’Olimpo: quello di Szilagyi sarebbe stato un nobile scalpo per il ragazzo di Foggia che proprio nei giochi londinesi ideati dal magiaro ha conquistato il bronzo con la squadra.
Domani, domenica 25 luglio, Gigi avrà 34 anni. La torta non sarà dorata – L’impresa del 2004 di Aldo Montano, qui presente nel ruolo di riserva e in tribuna per incoraggiare, quindi non ha replicato – ma va bene così. Samele taglierà una fetta anche per il più atteso di noi Luca Curatoli, che nello stesso giorno compie 27 anni, purtroppo il napoletano purtroppo ha dovuto rinunciare alle medaglie nel primo attacco. Vi stiamo dunque raccontando questa giornata di gloria, caratterizzata dal crollo, già nei sedicesimi, di tanti favoriti: Szatmari (ungherese), Gu (coreano), Apthy (francese), Homer (americano), ma anche Luca Curatoli, numero 3 in classifica, beffato da una rimonta 10-3 del rumeno Teodosiu quando era in vantaggio 10-5. Anche Samele, però, ha rischiato di darci le penne contro il cinese Xu (ritorno di 8-10), ma si è liberato dall’ombra “perché sono più bravo nella tecnica”. Nemmeno due scivolate pericolose, con un infortunio alla caviglia sinistra, lo hanno preoccupato: “Ai Giochi non abbiamo tempo per pensare a certe cose: in giornate come queste possono anche spararmi. non importa”.
Ciò detto, Samele ha travolto come un carrozzone il povero iraniano Rahbari (tacitato con un inarrestabile 8-0) e si è sbizzarrito nel derby dei quarti con Enrico Berr, a sua volta bravissimo e piegato per 15 -10 dopo aver combattuto anche questo assalto. fortunata per l’Italia ad avere la fiducia di una semifinalista, ma non piacevole per noi – ecco il commento a caldo -. Vieni alle Olimpiadi e ti ritrovi a dover chiedere una chance a un connazionale…. Enrico (di cui è davvero un amico e un caloroso abbraccio che ha ricordato a tutti, ndr) ha tirato benissimo e a sua volta ha meritato di puntare alle medaglie.
Sul podio, invece, ha chiuso con una clamorosa rimonta sul coreano Kim che aveva il match in mano (12-6) e invece lo ha perso con un flop di 9-0, cosa rara in sciabola. Gigi si è commosso: “Da tempo aspettavo qualcosa di importante da me stesso”. La stava aspettando da Londra 2012, quando non superò la prova individuale ma entrò nella prova a squadre e fu decisivo per vincere la medaglia di bronzo contro i russi. Da quel giorno d’acqua sotto i ponti è passato, non sempre placido. Cosa è cambiato negli ultimi nove anni? Sono invecchiato, comincio ad avere la barba bianca e mi mancano i capelli. Prima ero più giovane e andavo a ballare, poi mi sono anche trasferita in un’altra città e ora sono a Bologna, alla Virtus, dove si trova il mio maestro, Andrea Terenzio. Ma a Bologna c’è riuscito anche luie la sua ragazza, il campione di sciabola ucraino Olga Kharlan. L’amore per Olga – dice Samele – alla base del mio cambiamento: una cosa essere innamorata e un’altra averla al suo fianco e poter capire, ad esempio, la sua etica del lavoro. Oggi non la guardo tanto come una fidanzata ma come un’atleta: vuole sempre vincere, anche se ha già vinto quattro medaglie olimpiche di cui un oro, sei titoli mondiali e otto titoli europei. È incredibile come gli importi di non arrendersi mai. E lo fa sempre con il sorriso sulle labbra.
A volte si allenano insieme. A rischio dell’armonia familiare: litighiamo spesso: non ci manca mai e se non mi concentro bene mi picchia negli assalti che facciamo. Probabilmente da Tokyo, Olga la perdonerà quando dovrà soccombere. Se la spada maschile si è trasformata in gloria, il giorno della spada femminile è stato segnato dal lavoro incompiuto e da un’occasione mancata. Partiamo dalle note liete, ovvero quelle di Federica Isola. È stata lei, una “deb” ventunenne dei cinque cerchi, quella che si è avvicinata di più all’orbita delle medaglie. Una marcia in semifinale lo aveva quasi messo: prima 7-4 poi 8-6 contro il cinese Sun Yiwen, futuro olimpionico e già terzo ai Giochi 2016, battuto da Fiamingo nella sfida per raggiungere le semifinali. . Ma nella migliore delle ipotesi la nostra mezzomillenaria si è fermata e forse ha subito un pizzico di inesperienza: la cinese l’ha costretta al pareggio (10-10) alla fine degli ultimi 3′ e le ha riso in faccia. tempo “strappandole” Federica aveva avuto il pareggio (traduzione: in caso di nuovo pareggio dopo il minuto supplementare avrebbe vinto lei). “Perdendo se brucia – confida l’azzurro – e ho già pensato all’assalto finale: la partita cinese, mi sono fermato e mi sono toccato”. Resta inoltre il ricordo di un viaggio importante (l’ostacolo tunisino Besbes e un altro cinese, Lin, scherzano: “Mi divertivo proprio, mi sembrava di poterlo giocare”) e il senso del radioso futuro che l’allievo del La scuola della spada vercellese incarna: ciò che ha perso oggi, lo ritroverà sicuramente in futuro.
Le altre due blues, Mara Navarria e Rossella Fiamingo, si sono invece imbattute nella lunghissima e biondissima estone Katrina Lheis, che per entrambe si è rivelata una freak di fine livello. Ha prima “cucinato” Mara, campionessa del mondo nel 2018 ma stavolta incapace di trovare il modo di attaccare la rivale (immediato 1-6 e assalto diretto), poi lei ha offerto alla vice campionessa olimpica uno stipendio epico. Ecco, ecco Rossella, all’improvviso, non era più all’altezza di un’Olimpiade che, con qualche tiro di troppo ma anche con sprazzi da vero Fiamingo (ad esempio le gambe per il parziale 10-5 con cui la partita contro la polacca Jarecka), ci ha restituito l’atleta che tutti vogliono sempre vedere. Lehis, futuro medaglia di bronzo (nota: oro a Su Yiwen, argento al rumeno Popescu), l’ha preso a botte (7-1, 11-3) e ha ceduto a malincuore lo spadaccino che ama i social. Rossella ha esordito vincendo la durissima prima partita contro l’ex azzurra Nathalie Moelhausen (che dal 2016 tira per il Brasile e che è campione del mondo in carica: l’ex vicecampione olimpico ha dunque dovuto uccidere il campione del mondo, tanto per spiegare la difficoltà della sfida e come se non bastasse il fatto che, da ex compagni, si conoscono molto bene), poi ha sconfitto la Jerecka. Sì, non ci aspettavamo un finale così netto e crudele: “Hai sempre tenuto bene la misura e hai anche alternato diversi modi di attaccare. Volevo mantenere l’assalto equilibrato fino alla fine, ma a metà era finita”. traguardo da sogno che l’ex argento di cinque anni fa ora può ammettere: “Mi sarei accontentato del bronzo per partire da lì”.
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24 luglio 2021 (modificato il 24 luglio 2021 | 14:52)
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