Prima tappa a Genova, seconda a Sondrio e terza a Siena. Il rischio bancario promette di coinvolgere, oltre alla Carige, la Popolare Sondrio (recentemente trasformata in Spa) e il Monte dei Paschi. Il momento è delicato, grazie all’approssimarsi delle elezioni per il Quirinale e alle possibili ripercussioni sul governo. Palazzo Chigi è, infatti, in trattativa con Bruxelles sul piano industriale di Mps e sul calendario per l’uscita dal Tesoro (che detiene il 64%) della banca toscana.
Ma torniamo al Genoa, per il primo passo di consolidamento. Al momento Bper sta studiando il rilancio su Carige per convincere il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (che possiede l’80% dell’istituto ligure) a dargli la mano di Carige, senza cedere alle anticipazioni di Crédit Agricole e del fondo americano Cerberus. . Anche se per questi ultimi la strada appare sempre in salita.
Il tempo stringe e la prima richiesta di dote da un miliardo avanzata al fondo dall’istituto guidato dall’amministratore delegato Piero Montani era stata restituita al mittente. Il consiglio di amministrazione di Bper dovrebbe quindi pronunciarsi sulla nuova proposta da inviare alla Fitd entro domani, il consiglio di amministrazione di quest’ultima procede all’esame delle non meglio precisate “offerte preliminari non vincolanti” pervenute, comunica l’esito dell’istruttoria e inizia una trattativa esclusiva. Il fondo, secondo un’interpretazione restrittiva dei termini statutari, prevede un tetto massimo per gli interventi a favore degli enti in difficoltà di circa 650 milioni. È quindi proprio all’interno di questa figura che le offerte dovrebbero essere formalizzate.
Carige, con la sua forte presenza in alcune delle regioni più redditizie d’Italia – come Liguria e Alta Toscana – nonché con i 380 milioni di euro di Dta (agevolazioni fiscali) previsti in caso di aggregazione da qui a giugno, è un passo nella costruzione del terzo polo bancario progettato da Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol (18,9% di Bper) che ha già puntato i riflettori su un’altra ricca area del Paese: la Valtellina. Assicurandosi circa il 9% di Popolare Sondrio in attesa del parziale rinnovo del consiglio di amministrazione previsto in primavera, il primo dalla trasformazione dell’ex banca popolare in società per azioni. E nella sola Valtellina, Crédit Agricole si è appena posizionato con la conquista di Creval, nonostante un’accoglienza inizialmente poco entusiasta.
Il dossier Carige resta caldo sul fronte occupazionale e politico. Lando Maria Sileoni, segretario nazionale di Fabi, avverte: “Non tollereremo decisioni che penalizzino il personale della banca. Ci aspettiamo soluzioni che possano essere raggiunte con un minimo di buon senso, a partire dall’individuazione di un partner industriale che garantisca il minor impatto per i territori, per l’occupazione e per i clienti”. I deputati genovesi di Forza Italia Roberto Cassinelli e Roberto Bagnasco chiedono governo “di intervenire tempestivamente con Consob e Banca d’Italia per chiarire gli andamenti anomali” di Carige in Borsa. E il direttore economico della Lega, Alberto Bagnai, invita a rievocare la storia dell’istituto ligure in Commissione di Inchiesta sul Sistema Bancario, convocazione del Presidente della Fitd, Salvatore Maccarone.
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