Browser game, storie di successo

Quando ci si trova a discutere di videogiochi si tende spesso a ridurre inconsapevolmente il discorso a due aree specifiche: da un lato quella dei grossi titoli in grado di attrarre le attenzioni dell’intera community videoludica, dall’altro quella legata al retrogaming, con i suoi cabinati da sala giochi e le sue console consegnate alla storia del videogioco. È per esempio difficile, a meno che non si discuta con qualcuno che ben conosce l’argomento, collegare al videogaming i telefoni cellulari; eppure gli odierni smartphone si possono considerare console a tutti gli effetti con modelli dedicati, titoli sviluppati in maniera apposita e un numero di utilizzatori tale da rendere il gaming mobile il settore con le crescite più costanti dell’intero comparto videoludico. In maniera simile, si tende a ridurre il videogaming a quanto possa essere sperimentato su console: che si parli di computer, di console odierne o passate, o addirittura dei citati smartphone, difficile che si prenda in considerazione l’idea che il videogioco possa essere indipendente da una console. Ed è invece proprio questo il caso dei browser game, ossia titoli da giocare sul semplice browser.

L’idea alla base, a ben vedere, non è nuova. Se si tratta di collocare una componente videoludica in uno strumento che non nasce per essere dedicato al videogioco è già Nintendo, negli anni ’80, a lanciare i Game & Watch, delle piccole sveglie da tavolo che comprendevano un semplice gioco elettronico; anche la storia dei giochi su cellulare risponde a logiche paragonabili, con i primi produttori di telefonini che iniziarono a includere passatempi ludici da avere sempre sotto mano. Nessuna novità concettuale quindi per i browser game, il cui merito sotto questo profilo è stato piuttosto quello di portare su uno strumento trasversale come il browser un vero e proprio catalogo di videogiochi.

READ  L'ultimo edificio della Floriade può essere demolito nonostante il default dell'Italia

Lo sviluppo dei browser game in effetti si sovrappone alla crescente semplicità di accesso alla rete Internet: l’annesso utilizzo del browser aprì le porte anche al facile raggiungimento di siti sui quali venivano raggruppate produzioni spesso amatoriali. È il caso dell’enorme quantità dei videogiochi flash, spesso con motori di fisica, che conobbero enorme successo anche grazie alle loro componenti casual nel corso degli anni 2000. Una tendenza che non si è mai del tutto arrestata: nel 2014 il motore di ricerca di Google ha reso disponibile l’ormai iconico runner game noto come Chrome Dino, nel quale in assenza di connessione si controlla un tirannosauro in corsa impedendo che possa inciampare su cactus e altri dinosauri. Anche un gioco online come Gonzo’s Quest fornisce un ottimo esempio: accessibile semplicemente da browser, è caratterizzata da quelle caratteristiche di accessibilità e immediatezza che sono alla base del successo di ogni browser game, implementando componenti grafiche e sonore al passo con i tempi.

L’avvento dei social ha avuto un suo peso, tra le altre cose, anche sui browser game: un titolo oggi diffusissimo su mobile come Candy Crush, infatti, esordì nel 2012proprio come browser game da giocare su Facebook, rendendo possibile sfidare gli amici sulla piattaforma. Discorso simile nello stesso periodo per Farmville, altra testimonianza di browser game il cui successo è stato inscindibilmente legato a quello della piattaforma social che lo ospitava.

Ancora oggi i browser game rappresentano un’alternativa valida soprattutto grazie all’aggiunta di funzioni multigiocatore, minoritarie o assenti agli esordi: basti pensare ai titoli con dominio .io. Agar.io, per esempio, è una sorta di survival arena ispirato al suo creatore, secondo le sue dichiarazioni, dall’osservazione del comportamento delle cellule al microscopio; variazioni sullo stesso tema si trovano inSlither.io o Hexar.io, scopo dei quali è ugualmente crescere il più possibile in un’arena condivisa con altri giocatori. Krunker.io, invece, è uno shooter in prima persona: ispirato ai classici del genere ma con una grafica di forme primitive che ricorda molto Minecraft, si tratta di un browser game che in breve si è creato una sua fanbase in tutto e per tutto simile a quella di un qualsiasi altro FPS sul mercato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *