Il tweet post-sconfitta è diplomatico, ma ci riporta indietro di 15 anni. Abbiamo perso contro la Juve più povera dell’ultimo decennio, non 3-1 al Bernabeu
In napoletano diciamo “tieni il carretto per la discesa”, un modo di dire facilmente comprensibile perché è possibile immaginarlo. Si riferisce a un atteggiamento diplomatico, la capacità di non lasciare che le cose precipitino. Proprio come fai quando sei nella posizione di dover guidare un carro in discesa.
Il significato del tweet serale di Aurelio De Laurentiis dopo la sconfitta per 2-1 del Torino contro la Juventus è evidente. De Laurentiis ha scritto “Bravi ragazzi. Siamo usciti a testa alta e soprattutto mi sono divertito molto fino alla fine … complimenti a tutti! “
Bravi ragazzi. Siamo usciti a testa alta e soprattutto mi sono divertito fino in fondo… complimenti a tutti! #ADL
– AurelioDeLaurentiis (@ADeLaurentiis) 7 aprile 2021
Innanzitutto complimenti per la sportività, o fortunato perché si è divertito fino alla fine (non ci siamo divertiti per niente). Ovviamente comprendiamo appieno il significato politico del tweet. De Laurentiis è in uno stato complicato. Incomprensibilmente complicato visto che si tratta di professionalità e di atleti e allenatori ben pagati. Ma la logica di una telenovela di quarta categoria sembra prevalere e sembra difficile mantenere alta la concentrazione quando si sa che in panchina è seduto un allenatore che non ci sarà la prossima stagione. È solo in Italia che queste situazioni possono esistere. Altrove, questo è normale. In Germania i giocatori del Dortmund hanno concluso la stagione giocando al meglio, pur sapendo che l’anno prossimo giocheranno con l’odiata maglia del Bayern.
Qui invece la professionalità va ridotta a una questione di atterraggio, offendendo gli allenatori. Sembra un film dei Monty Python, quindi De Laurentiis deve tenere alto il morale. Ma, signor presidente, questa “testa alta” è fuori luogo. Perché è proprio questa “testa alta” che è la sbarra da superare, o meglio il muro da abbattere.. E per non essere mai più eretto. E francamente, è un muro che avremmo dovuto abbattere per un bel po ‘da quando eravamo tra i primi quindici club in Europa, e siamo diventati un club importante e autorevole.
Non vorremmo interpretare i difensori di Sarri qui – ruolo che non ci si addice e da cui siamo lontani – ma se uscissimo a testa alta dalla sconfitta a una Juventus traballante ea tratti imbarazzante di anni fa al Santiago Bernabeu siamo usciti a testa alta, petto e medaglie. Eravamo d’accordo con lei, il Napoli doveva liberarsi dell’amore della sconfitta onorevole. Non avremmo mai voluto sentire frasi come “abbiamo costretto il Real Madrid a lanciare la palla in fallo laterale”. Perché lanciare la palla di lato fa parte del gioco. Ci sarebbe piaciuto battere il Real Madrid, così come abbiamo battuto il Liverpool per due anni consecutivi. Ma se tutto questo viaggio vuole portarci fuori dallo stadio a testa alta contro la Juventus più povera dell’ultimo decennio, allora non ci siamo ancora. Anche se sappiamo che stai cercando di salvare capre e cavoli.
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