Regola la legge, trova l’inganno. Il proverbio si applica anche a Cashback statale, il provvedimento semestrale introdotto dal Governo Conte bis nell’ambito del più ampio Piano Cashless per scoraggiare l’utilizzo del contante e contrastare le frodi fiscali. Abbiamo subito visto i primi “furbetti”, che hanno scoperto i modi per ottenere il rimborso di 150 euro previsto dal programma e soprattutto per scalare la classifica del Super Cashback, che ogni semestre regala 1.500 euro a 100.000 cittadini che hanno utilizzato più moduli di pagamento digitale.
Cashback “intelligente”: 62 operazioni dalla stazione di servizio in meno di un’ora
È stato riportato da tutti i giornali il partic[]caso particolare di Caraglio (Cuneo), dove un cliente ha fatto il check-in presso un box di servizio self-service 62 transazioni con l’ATM in appena 55 minuti, per un costo totale di 6,51 euro. Il capo del centro IP ha allertato i fucilieri locali, che non potevano fare nulla.
L’autista non ha effettivamente rotto nessuno leggee ha approfittato di un buco nel file regolamento State Cashback, per cui non è previsto un importo minimo di spesa per le transazioni, quindi hai comunque diritto a ricevere un rimborso del 10% fino ad un totale di 150 euro. Puoi farlo completando 50 transazioni con bancomat, carta prepagata, carta di credito e altre forme di pagamento digitale che partecipano al programma.
Cashback “furbo”: proposta delle stazioni di servizio per limitare le operazioni
Quello che è successo nel cuneese non è certo un caso isolato. E per quello Alessandro Zavalloni, segretario nazionale di Fegica Cisl, la firma sindacale che tutela gli operatori delle stazioni di servizio, ha fatto appello allo Stato.
“Abbiamo già avuto molti rapporti, e non da oggi “, ha dichiarato, spiegando che già il 20 gennaio le stazioni di servizio avevano chiesto al Ministero dell’Economia e delle Finanze e all’Agenzia delle Entrate di rivedere le regole del Cashback, vietando più compravendite in un breve periodo di tempo nella stessa commercio. “Il ministero decide quanto e per quanto tempo. Ma uno limite deve essere messo “.
Ovviamente la situazione è particolarmente fragile per gli operatori delle pompe di benzina, quasi tutti dotati di un se stesso un servizio e con il servizio automatico notte. I casi denunciati, infatti, si sono verificati durante la pausa pranzo o dopo la chiusura dell’attività, con i “ragazzi in gamba” liberi di agire. In un modo che è autorizzato dalla legge, anche immorale e denunciato da diversi rappresentanti della categoria.
Quello riportato dalle stazioni di servizio non è l’unico caso in cui il file Regole di rimborso statali sono stati aggirati. Sarebbe infatti possibile ottenere rimborsi con altri sistemi non fare acquisti o ottieni il file raddoppia il rimborso.
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