Chi verrà dopo Sassoli – Il Post

Martedì mattina il Parlamento Europeo in seduta plenaria voterà per eleggere la persona che sostituirà David Sassoli, Presidente del Parlamento morì l’11 gennaio mentre era ancora in carica.

Sassoli era comunque giunto al termine del suo mandato, che secondo un accordo raggiunto ad inizio legislatura sarebbe dovuto durare due anni e mezzo. Per settimane, quindi anche prima che le sue condizioni peggiorassero, la candidata preferita per sostituirlo è stata Roberta Metsola, eurodeputata maltese di 42 anni. Sulla carta, a poche ore dall’inizio della votazione, i principali gruppi politici in Parlamento hanno raggiunto un accordo per eleggere Metsola, che però non sembra molto solido. Alcuni non escludono che la votazione possa svolgersi in modo diverso dalle aspettative.

“Sulla carta, ha i voti”, ha detto ad al Per postare un importante deputato dei socialisti: “quindi dovremo vedere, il malcontento è abbastanza diffuso”.

Una possibile vittoria di Metsola puramente per misura, per non parlare della sua sconfitta, danneggerebbe i rapporti tra i gruppi parlamentari di maggioranza, in un periodo molto delicato per il Parlamento europeo che esaminerà nei prossimi mesi proposte di grande attualità per finalizzare il Green Deal europeo e riformare le regole di Internet, tra gli altri.

Metsola è attualmente il primo vicepresidente del Parlamento europeo, cioè quello che occupa il rango più alto tra i 15 vicepresidenti. È entrata in Parlamento nel 2013, quando è stata la prima eurodeputata eletta a Malta. In precedenza è stata giurista esperta in diritto europeo e dal 2012 al 2013 consulente dell’Alto rappresentante per gli affari europei, Catherine Ashton.

Metsola con il Sassoli nel 2021 (DAINA LE LARDIC / © Unione Europea 2019)

La nomina di Metsola sembra destinata a unire i tre principali gruppi parlamentari che fanno parte della coalizione che gestisce i lavori del Parlamento europeo: Partito popolare europeo (PPE), centrodestra, Socialisti e Democratici (S&D), centrosinistra e gruppo liberale Renew Europe. Metsola è espressione del PPE, che secondo gli accordi di inizio legislatura si occupa di nominare il successore di Sassoli, ma è giovane, moderata e sarebbe la prima donna eletta presidente del Parlamento negli ultimi vent’anni: tutte caratteristiche che rendono la sua nomina più digeribile per i socialisti ei liberali. Almeno in teoria.

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Per mesi i socialisti avevano fatto intendere ai Popolari di non ritenersi vincolati dai patti conclusi ad inizio legislatura: sia perché il presidente nominato dal PPE, il tedesco Manfred Weber, si era ritirato succedere a Sassoli a settembre 2021; sia perché la presidenza Sassoli era stata di fatto paralizzata dalla pandemia di coronavirus; e perché pensavano di meritare più peso rispetto al 2019, visto che nel frattempo il centrosinistra aveva vinto le elezioni in Germania, Spagna e vari paesi del nord Europa.

Inoltre, recentemente qualcuno ha fatto circolare alcune vecchie posizioni tante critiche a Metsola contro l’interruzione della gravidanza, nel tentativo, presumibilmente, di rendere più difficile per socialisti e liberali sostenerlo. Tuttavia, nessuno dei due gruppi ha presentato una candidatura alternativa che potesse unire il centro, il centrosinistra e la sinistra. Il compito di farlo è stato assunto dai Verdi, che pochi giorni fa hanno nominato alla presidenza la svedese Alice Bah Kuhnke, ex giornalista e ministro della cultura nel governo svedese dal 2014 al 2019.

L’eurodeputata Alice Bah Kuhnke (Philippe BUISSIN / © Unione europea 2021)

Una fonte parlamentare del PPE, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha detto prima del voto di martedì che il gruppo è “abbastanza fiducioso”, ma certamente no, che potrà eleggere Metsola. Anche perché durante le varie votazioni, il PPE prevede di trarre voti anche dai gruppi parlamentari alla sua destra, come Identità e Democrazia (il gruppo che comprende anche la Lega) e Conservatori e Riformisti, che comprende anche i Fratelli d’Italia. “Faccio fatica a vedere i due gruppi preferire il candidato dei Verdi a Metsola”, dice la fonte.

Per diventare il nuovo Presidente del Parlamento, un candidato deve metà più uno dei voti validi espresso durante la votazione. Se dopo due turni di votazione nessun candidato ha ottenuto il numero di voti richiesto, si effettua un terzo turno di votazioni tra i due candidati più votati: per vincere è comunque necessario raggiungere la metà dei voti validi più a. Se al terzo turno non viene eletto il nuovo presidente, si organizza un quarto turno con voto “puro”: vince chi ottiene anche un voto in più dell’avversario.

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In teoria, i socialisti hanno raggiunto un accordo con i Popolari per sostenere Metsola, e hanno concluso un pacchetto di accordi per distribuire le vicepresidenze del Parlamento: cinque andrebbero ai socialisti, tre ciascuno al PPE e Renew, quattro ai gruppi minori . . Ma se Metsola non viene eletto al primo turno, dice ad al Per postare un importante parlamentare socialista, “dobbiamo discutere di nuovo sul da farsi all’interno del nostro gruppo. Gli accordi presi con il PPE sono validi solo per il primo turno”. Insomma, in caso di votazione, diversi socialisti potrebbero decidere di abbandonare la candidatura di Metsola per sostenere quella di Kuhnke.

Finora Metsola ha ricevuto solo un sostegno informale da Renew Europe. Prima di certificare un accordo, afferma una fonte interna al gruppo, Renew Europe vorrebbe che i principali gruppi politici firmassero un documento congiunto all’ordine del giorno del Parlamento nella seconda parte della legislatura. Se tutti gli eurodeputati del PPE e di Renew Europe votassero insieme anche per Metsola, la sua candidatura raggiungerebbe 278 voti, tenendo conto delle assenze, ci vorrebbero realisticamente più di 300 voti per eleggere qualcuno al primo o al secondo turno. In sintesi: per eleggerti al primo turno servono anche i socialisti, o almeno una buona parte di loro.

All’interno del PPE si sospetta che i socialisti stiano cercando di “tirare in alto”, minacciando segretamente di non votare per Metsola pur di raggiungere un obiettivo più basso. Secondo alcuni, questo obiettivo è il licenziamento di Klaus Welle, segretario generale del Parlamento europeo, ovvero il capo dei funzionari dell’istituzione. il Lenzuolo fa notare che “all’interno del Parlamento, Welle è onnipotente: senza di lui nulla si decide, dall’acquisto di un immobile alla nomina dei dipendenti pubblici”.

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I socialisti vorrebbero mettere un’altra persona al loro posto, sia perché Welle è espressione del PPE – ha iniziato la sua carriera nella CDU di Angela Merkel – sia perché, secondo loro, la parte amministrativa del Parlamento è governata in modo troppo poco ambizioso e talvolta caotico. A sostegno di questa tesi, riportano un piccolo incidente avvenuto solo pochi giorni fa, quando Welle ha avvertito Personale parlamentare della morte di Sassoli con una e-mail dall’argomento almeno indelicato: “rinvio dell’Innovation Day” (questo perché Sassoli avrebbe dovuto partecipare all’Innovation Day).

I sospetti del PPE non trovano però conferme tra i socialisti, che confermano la volontà di sostituire Welle con qualcuno da loro espressa, ma solo nei prossimi mesi.

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