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Gli uiguri sono una minoranza etnica turca e musulmana che vive in Cina: il governo di Pechino sembra aver usato la sua forza militare e tecnologica per perseguitarli. Con l’aiuto di un ex prigioniero e portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, Roberta Rei ci presenta cosa sembra accadere nei campi di prigionia segreti. E perché questo ci riguarda così da vicino
“Se non l’avessi visto, non gli avrei creduto. Ma ho visto tutto, anche la morte“. Gli uiguri sono una minoranza etnica di lingua turca di fede musulmana che vive in Cina. Roberta Rei ci racconta la storia di questo popolo, composto da milioni di persone, e come sembra essere stato il potere militare e tecnologico del governo di Pechino usato contro di loro per distruggerli.
Le principali organizzazioni per i diritti umani credono che gli uiguri siano vittime del più grande internamento di massa dalla seconda guerra mondiale. Anche, pure Papa Francesco ha definito gli uiguri “perseguitati”.
Ci sono circa 16 milioni di uiguri, 11 dei quali vivono nella regione dello Xinjiang, nel nord-ovest della Cina. Dopo una lunga storia di tensioni con il governo di Pechino, le cose si affrettarono con l’arrivo al potere del presidente Xi Jinping, anche a causa di una serie di attacchi terroristici perpetrati da uiguri.
Per questo il governo cinese ha lanciato un’offensiva molto dura, che però non colpirebbe solo i terroristi, ma l’intera popolazione uigura. “Fa parte della strategia cinese qualificare una richiesta di diritti culturali come semplice terrorismo.», Afferma Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Da qui questa politica di chiusura in luoghi chiamati eufemisticamente centri di formazione professionale questi sono veri campi di concentramento“.
Roberta Rei ci racconta cosa sembra accadere in queste zone attraverso una testimonianza diretta. “Sono stato lì per un anno, tre mesi e dieci giorni. Ho contato ogni giorno “, dice la donna. “Lo stupro è all’ordine del giorno”, ci racconta un testimone diretto di quanto accadrebbe in questi campi di prigionia. “Ho visto donne impazzire. Andarono in bagno, presero le loro feci e si disegnarono baffi e barba. Hanno detto: “guarda, sono diventato un uomo” “.
Sopra, nel reportage di Roberta Rei, la sua storia e perché il destino degli uiguri ci riguarda da vicino.
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