Conti in rosso, due Starbucks chiusi definitivamente a Milano

Starbucks a Turati avrebbe dovuto riaprire il 22 novembre. Una camera da letto con un’ampia stanza, di impatto visivo, che si apre su un bel giardino interno. I primi giorni il negozio rimasto in stand-by. Era prevista una rapida ristrutturazione. Poi, dal cartone che fatica a rivestire gli interni dalle finestre, si scopre che tutto è stato smontato. Non riaprirà mai. La caffetteria di Sirena arrivato in questi locali a luglio 2019 al posto di Deutsche Bank. Qualche mese di corsa. Poi la pandemia. Le aperture intermittenti per i vari confinamenti e infine “la fine” dopo solo due anni di attività. Stessa situazione a Porta Romana: gli orari di apertura del negozio su Google puntano su una squallida “chiusura permanente”. Oggi resistono Cordusio, corso Vercelli, via Durini, via Restelli, Garibaldi e la stazione centrale.

Conti in rosso

Quello tra Starbucks e Milan è un amore, con ogni probabilità, mai del tutto sbocciato fino ad oggi. Setacciare il fatturaSi scopre infatti che Starbucks Italy srl ha realizzato 11 milioni di ricavi nel 2019, in forte calo del 44,28% per covid nel 2020: solo 6,18 milioni. Tag43.it ha guardato da vicino i bilanci e ha scoperto che la Starbucks Reserve Roastery di Milano non ha mai “messo a terra”, scusate il gioco di parole, come dovrebbe. Il nodo è proprio l’immensa torrefazione di Cordusio, nel vecchio Palazzo delle Poste (oltre 240 milioniinvestimento per la sua acquisizione): un luogo spettacolare e gigantesco, un vero sancta sanctorum del caffè che lavora anche per altre attività. Investimento di 50 milioni di euro, suddiviso tra acconto e allestimento dell’immobile (26) e 20-25 per l’installazione degli impianti (fonte: Cerved). La qualità è molto alta. Tanto che un famoso indagine a partire dal Segnalazione aveva individuato nel caffè Yankee un livello di gran lunga superiore alle tazzine napoletane (rancide), come il famoso Gambrinus. Tutto questo deve essere pagato. Dal frappuccino all’espresso, il costo non è come al bar al piano di sotto. Per i consumatori questo significa soste più brevi, magari nella passeggiata del sabato pomeriggio in centro, senza troppa fedeltà. È anche una grande installazione stilistica e scenografica per i turisti. Una volta che muori, le cose si complicano.

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In Europa, le vendite sono in calo da diversi anni

Per compensare parzialmente le perdite, osserva Tag43.it, ci sono i cosiddetti ricavi non caratteristici, quelli generati dalla torrefazione che rifornisce gli altri punti vendita della rete europea Starbucks. La torrefazione milanese ha realizzato un fatturato di 22 milioni nel 2019 e 18 nel 2020. L’impianto tosta circa 3,5 tonnellate di caffè al giorno e opera 24 ore su 24 a ciclo continuo come una vera fabbrica. In questo modo vengono coperte le perdite nel servizio di ristorazione e caffè ai consumatori. Sempre guardando i dati pubblicati da Cerved, il Roi (ritorno sull’investimento) della Starbucks Reserve Roastery di Milano nel 2019 è stato negativo del 34%, 30% nel 2020.

Se dunque il flagship fatica e balbetta, è difficile per i negozi gregari milanesi trovare la loro strada nell’oro. I 2 negozi chiusi dopo soli 2 anni sono un brutto segno. Tanto che vista l’esperienza del grande mega store di Milano, il nuovo CEO di Starbucks Kevin Johnson ha deciso di sospendere l’apertura di questa tipologia di negozi in qualsiasi parte del mondo. Il periodo deriva da anni di calo dei numeri in Europa, pre-pandemia: in 2018 un’importante ristrutturazione con un centinaio di vendite di negozi nei Paesi Bassi, Francia, Belgio e Lussemburgo al partner Alsea. Milano sembra aver dato nuova vita alla rotta del Vecchio Continente, con sogno di Howard Schultz per approdare finalmente in Italia, dopo decenni di esitazioni. I piani di sviluppo, come tutto il resto del mondo, non avevano contato COVID-19. Che forse ha mostrato in maniera cruda la diffidenza dei milanesi di fronte a quello che non si può definire “berretto e brioche”. È tempo di recuperare. Ma la gente del posto, finora, non è stata eccitante.

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