Nelle ultime settimane un gran numero di titolari di partita IVA che ne hanno fatto richiesta ha ricevuto l’accredito del contributo previsto dal D.Lgs 41/2021, meglio noto come “decreto sostegno”. È tempo fino ad oggi, 28 maggio, per presentare una domanda.
Il contributo a fondo perduto spetta a tutti gli operatori economici che svolgono attività commerciale, artistica e professionale, ovvero ai titolari di reddito agrario, indipendentemente dal codice atec dell’attività svolta e dal sistema contabile adottato.
Gli unici requisiti che il candidato deve possedere sono: non aver realizzato alcun reddito nel 2019 – retribuzione superiore a € 10.000.000 e aver subito un calo del fatturato nel 2020, calcolato su medie mensili, di almeno il 30% rispetto al 2019.
Il contributo deve essere calcolato sulla differenza negativa delle medie mensili applicando un coefficiente compreso tra il 60% e il 20% a seconda dell’ammontare del reddito/retribuzione realizzato nel 2019.
Particolare è la modalità di calcolo del fatturato medio mensile per il 2019 per chi ha iniziato l’attività dal 01/01/2019; essa deve infatti essere calcolata con riferimento ai soli mesi a partire dal mese successivo all’apertura della partita IVA. Esempio: Partita IVA marzo 2019: Fatturato da aprile 2019 a dicembre 2019 diviso per 9 (mese da aprile a dicembre). Tale media va confrontata con la media mensile dell’intero 2020 per verificare che vi sia stato un calo del fatturato. Il contributo sarà quindi calcolato applicando i coefficienti dal 60% al 20%.
Il contributo sarà dovuto a tali soggetti anche in assenza di diminuzione del fatturato nella misura minima prevista (1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 per i soggetti diversi dalle persone fisiche).
Tralasciando le modalità di identificazione dei beneficiari, su quelle di calcolo sia del fatturato che del contributo, non va dimenticato che con la metodologia adottata (come accaduto anche per altri aiuti covid), nella convinzione del legislatore di aver focalizzato più rapidamente la metodologia per individuare pubblico dei beneficiari, è stata data la possibilità di richiedere ed ottenere il contributo anche a chi di fatto potrebbe affrontare la crisi economica, conseguenza del covid, senza contributo, lasciando a disposizione maggiori risorse per chi, ad esempio, è stato costretto a chiudere per lungo tempo e ai quali il contributo potrebbe essere concesso con una sovrattassa.
Si tratta di coloro che hanno altri redditi e che allo stesso tempo hanno una partita IVA. Pensa al dipendente che è anche un lavoratore autonomo. Se questo contribuente ha registrato un calo del fatturato superiore al 30%, avrà diritto al contributo a fondo perduto anche in presenza di un reddito di lavoro dipendente tale da fornire sufficienti garanzie di sopravvivenza a differenza del piccolo imprenditore la cui unica fonte di reddito è la propria attività.
Questo vale anche per chi è titolare di partita IVA e possiede anche altre tipologie di reddito.
A parere di chi scrive, è stata imposta un’altra condizione di accesso al contributo, quale, ad esempio, un limite al possesso di altri redditi.
Parimenti, il riferimento al fatturato, quale entità rispetto alla quale misurare il possibile calo, si presta a situazioni degne di attenzione che, in qualche modo, possono aprire la strada a discriminazioni ingiustificate.
Si pensi a tutti gli operatori economici con partita IVA il cui reddito è determinato con il principio dei flussi di cassa; questo è spesso il caso quando i costi sono sostenuti in un anno e la retribuzione o la royalty vengono riscosse l’anno successivo. Possono alternarsi periodi di imposta sui redditi bassi (a causa della manifestazione di maggiori costi) e periodi di imposta per redditi più alti (a causa della manifestazione di maggiori redditi o compensazioni). Ipotizzando una concentrazione dei costi e un basso fatturato nel 2019, mentre nel 2020 il fatturato aumenta solo per la percezione della remunerazione legata all’attività già svolta nel 2019. Apparentemente non c’è diminuzione del fatturato ma solo a causa del tempo sfasamento tra il momento in cui i costi sono sostenuti e il momento in cui si realizza il fatturato e si realizza il reddito.
In conclusione, non bisogna dimenticare che ai tavoli tecnici, dove si scrivono le regole, è più che mai necessaria la presenza di commercialisti che, con il loro contributo, possono portare la classe politica a riflettere su alcuni aspetti poco importanti per loro conosciuti. . . . In questo caso si sarebbe potuto arrivare ad una più ragionata allocazione delle risorse destinate a sostenere chi ne ha realmente bisogno.
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