sui campi di calcio di ieri Speranza stato sconfitto e stato Draghi per segnare il gol decisivo. La tattica lampo, la linea rigorosa sulla pandemia che il Ministro della Salute Finora aveva applicato, non ha resistito alle pressioni del Presidente del Consiglio, alla sua volontà di riaprire il Paese. Quindi, durante la riunione della sala di controllo, Draghi ha messo in atto il suo progetto, che segno di discontinuità rispetto al passato.
È vero che, per ragioni di opportunità politica, si è deciso di fare dell’accordo unanime. Ma altrettanto vero che il premier ha dovuto prima superare una difesa tetra e soffocante, arroccata attorno alla tesi di Speranza – sostenuta anche dal portavoce del CTS. Brusaferro – che era giusto programmare la riapertura ma in vista di maggio e forse metà mese. Si dice che negli incontri Draghi sia sempre più in sintonia con il presidente del Consiglio Superiore della Sanità, e che attraverso la triangolazione con Locatelli ha scavalcato la parte posteriore dei tiratori di rigore. Il traguardo che ha chiuso definitivamente la partita è arrivato dopo una discussione sulle attività motorie, quando Brusaferro – in un estremo tentativo di salvare il cancello – si è detto appassionato di sport all’aria aperta evitando i giochi. Ma andiamo, ha risposto il Presidente del Consiglio: potremmo mai distinguere tra golf e calcio? E la palla rotolò nella rete. un piccolo dettaglio, comunque sufficiente a farci capire l’idea alla base della strategia di Draghi e non è una concessione Salvini.
Al vertice di ieri, infatti, il presidente del Consiglio si è adoperato per creare una sintesi tra il blocco dei delegati giallorossi e il pressing della Lega. Perché era chiaro che il problema di data di riapertura era (e rimane) un problema politico oltre che un problema scientifico. L’abbiamo visto quando Giorgetti ha posto il problema senza mezzi termini: diciamo allora che il nodo Salvini. Sappi però che questo non potrà più mettere a tacere le polemiche. Ci sono aree che avrebbero dovuto essere nella zona gialla per due settimane e dovrebbero essere ancora nella zona arancione per altre due settimane. Dove sono allora le prove per i dati? E così, con una lunga discussione, che – per citare Draghi – fa contrapporre due ragioni.
Il fatto che le aperture abbiano già vinto nel Paese è nelle menti delle persone, che sono psicologicamente e in molti casi economicamente esauste. E da quando è nato come governo antidepressivo, il premier ha deciso di correre un rischio ragionato. Ecco il motivo per cui Speranza è stata sconfitta, anche se è stato notato come Draghi sia andato a proteggerlo durante la sala di controllo e poi davanti ai giornalisti: Le critiche nei suoi confronti sono infondate e ingiustificate. Ma allo stesso tempo c’è una netta differenza tra la difesa del Ministro della Salute e la postura nei confronti del Ministro della Salute. Sarà per questo club di direttori, come li chiama un ex proprietario ministeriale che li ha visti all’opera. Sarà per certi personaggi finiti negli atti delle recenti inchieste giudiziarie. Sarà per il nome di Da Alema, che si è rapidamente concretizzato alla conferenza stampa, e che non dovrebbe essere molto carino per il primo ministro, diciamo.
La riapertura per Draghi è una scommessa, la volontà di cambiare, che prevede il rilancio dell’economia e anche del scuola. Tema su cui spende il ministro Bonetti e questo attiverà il Gelmini in mediazione con i governatori: non sarà certo facile convincere le Regioni, ha detto il rappresentante delle forze dopo essersi impegnato a sostenere una linea di apertura immediata ma graduale. La sala di controllo è un caleidoscopio di posizioni politiche. Da un lato c’è Franceschini, che teme bar e ristoranti perché lì si cala la maschera. Dall’altro c’è Giorgetti, che chiede se dobbiamo prestare attenzione agli indicatori o alle nostre paure. Ecco la rappresentazione plastica di uno dei tanti dirigenti, obbligati a dare prova di unanimità di fronte al Paese. E ieri l’iconografia del governo ha riproposto in pubblico il presidente del Consiglio e il ministro della Salute, vincitore e perdente di una partita ufficialmente conclusa in parità. Ma si era capito che non era così, perché quando Speranza disse che la serietà esige la gradualità della riapertura, Draghi aggiunse subito dopo che la decisione di riaprire non era stata presa per vedere l’effetto che avrebbe avuto.
16 aprile 2021 (modifica il 16 aprile 2021 | 22:49)
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