Coronavirus UK, scontri tra polizia e manifestanti anti-lockdown a Londra

Circa 15mila persone sono scese in piazza a Trafalgar Square: scontri, lancio di bottiglie, manganelli e diversi feriti. Uno dei consiglieri scientifici del governo Johnson sta suonando il campanello d’allarme per un imminente aumento dei decessi. Ancora oggi più di 6mila nuovi casi. Tante le misure per contenere il contagio deciso dalle autorità. Molti temono la quarantena totale nel Regno Unito

Continua l’emergenza coronavirus nel Regno Unito (LO SPECIALEAGGIORNAMENTI IN DIRETTA). Da quattro giorni nel Regno Unito sono state registrate quotidianamente più di 6.000 infezioni. Uno dei consiglieri scientifici del governo di Boris Johnson ha lanciato l’allarme: in tre o quattro settimane il numero giornaliero di morti potrebbe essere triplicato, fino a 100 morti al giorno. Nel frattempo, nel paese, più di un quarto della popolazione è stata soggetta a nuove restrizioni dal fine settimana. Ma nonostante i dati preoccupanti, cresce l’intolleranza alle misure di contenimento del contagio. A Londra si è svolta una nuova protesta anti-lockdown, che ha visto anche scontri tra manifestanti e polizia.

L’allarme dell’esperto

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Per Graham Medley, esperto di modelli di malattie infettive e membro dello Scientific Advisory Group for Emergencies (Sage), non c’è molto da fare per evitare che i decessi giornalieri raggiungano le triple cifre. “Le cose che facciamo ora serviranno solo per evitare numeri molto più alti”, spiega. Nel Regno Unito, l’ultimo giorno sono stati registrati 6.042 nuovi casi di persone che convivono con il coronavirus e 34 morti. Numeri in calo da un picco di oltre 6.800 infezioni e 40 decessi venerdì, ma ancora significativamente superiori a 4.000 la scorsa settimana. Una progressione che preoccupa gli esperti del comitato scientifico britannico.

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Misure di contenimento

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Per limitare i contagi, in Inghilterra, dal 14 settembre è stato applicato a livello nazionale il limite di massimo sei persone per le riunioni e l’orario di chiusura delle 22 per pub e ristoranti. Ma nuove restrizioni sono ora entrate in vigore in gran parte dell’Inghilterra settentrionale e del Galles, aree con il più alto tasso di infezione: 17 milioni di persone sono colpite. Tra le misure decise per cercare di rallentare la progressione del virus, il divieto di recarsi a casa propria e il consiglio di non frequentare in nessun altro contesto, in particolare bar, negozi e parchi, persone con cui non si convive non sotto lo stesso tetto. Una quarantena di 14 giorni è stata imposta a 1.700 studenti a Manchester. Non potranno uscire da due unità abitative universitarie dopo che 127 di loro saranno risultate positive.

La protesta anti-lockdown a Londra

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Contro queste limitazioni ma soprattutto contro l’ipotesi considerata come una minaccia imminente di serrata generalizzata e vaccinazioni di massa, circa 15mila persone si sono nuovamente recate a Londra, a Trafalgar Square, per protestare. La manifestazione è stata interrotta dalle forze dell’ordine per non aver rispettato le regole di allontanamento. Ci sono stati momenti di tensione quando i manifestanti sono stati evacuati: ci sono stati scontri, con lancio di bottiglie, manganelli e diversi feriti tra manifestanti e ufficiali. Nessun commento diretto dal premier Johnson, che, in un discorso all’Onu, ha però definito “pazzo” chi si oppone ai vaccini.

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