Io sono 12 regioni (compresa la provincia autonoma di Trento) attualmente in zona rossa. Di questi, sei dispongono di dati sull’incidenza delle infezioni attualmente al di sopra della soglia critica di 250 nuovi positivi ogni 100.000 abitanti. E così nel follow-up settimanale di venerdì 2 aprile, nonostante una costante tendenza al ribasso (ad eccezione di Valle d’Aosta e Puglia), quasi certamente avranno ancora numeri di blocco. Si tratta della Valle d’Aosta (441), Friuli-Venezia Giulia (351), Piemonte (336), Emilia-Romagna (308), Puglia (304), Lombardia (278).
Gli altri sei (Campania, Calabria, Marche, Veneto, Toscana e provincia di Trento) hanno attualmente dati al di sotto o vicini alla soglia di allarme. Ma solo la Campania, secondo la normativa vigente, può passare dal 7 aprile (tutta l’Italia sarà bloccata nei giorni del 4, 5 e 6 aprile in occasione delle vacanze di Pasqua) in una striscia arancione. Ed è perché è l’unica regione rossa che, a differenza di tutte le altre, anche durante l’ultima sorveglianza del 26 marzo aveva numeri “arancioni”.
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La legislazione in vigore
Secondo quanto previsto dalla normativa, infatti, non solo è obbligatorio rimanere nella fascia di rischio più alta (rossa) per almeno due settimane ma, per essere riclassificati, è obbligatorio “rimanere quattordici giorni in un livello rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive “.Covid in vigore (Dpcm 2 marzo 2021 e decreto-legge 13 marzo 2021) scadono il 6 aprile. E oltre al fatto che le ordinanze di venerdì 2 aprile sui cambi di colore saranno adottate secondo le norme in vigore, il nuovo decreto che il governo sta per adottare non deve cambiare le carte in tavola. Le zone gialle devono restare “sospese”. E, come sta accadendo oggi, non solo le regioni con un Rt maggiore di 1,25 ma anche quelle in cui l’incidenza settimanale cumulativa di infezioni è maggiore di 250 casi per 100.000 abitanti dovrebbero rimanere nella zona rossa.
Il parametro contestato
E questo nonostante un malessere trasversale dei presidenti di regione. Il timore è che quest’ultimo parametro li penalizzi in uscita dal blocco. Il caso dell’Emilia-Romagna è eclatante. La regione ha ora un Rt inferiore a 1 (dalla zona gialla) ma un’incidenza di infezioni ancora superiore a 300 per 100.000 abitanti (dalla zona rossa).
Dalla Campania all’arancia dal 7 aprile
Salvo notizie clamorose, non ci sono rischi di pignoramento e resteranno in arancione le province autonome di Bolzano, Liguria, Umbria, Abruzzo, Molise, Sardegna, Basilicata e Sicilia. Ad esse va affiancata la Campania che anche questa settimana (la seconda consecutiva) si sta muovendo stabilmente sotto la soglia dei 250 contagi settimanali cumulativi ogni 100.000 abitanti, essendo la RT scesa intorno a 1. Scade tra Aprile. 6. Se anche nel prossimo monitoraggio confermerà i valori della zona arancione, il 7 aprile potrà spostarsi nel range con meno restrizioni. A meno che i leader regionali non chiedano esplicitamente al governo di rimanere sempre nella zona rossa.
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