Di proprietà statale, smart lavora solo il 30% e più controlli su smart

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24 marzo 2021
di Francesco Bisozzi
(Lettura di 3 minuti)

Lavoro agile per un dipendente pubblico su tre. La proposta è sul tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, che la disciplinerà lavoro intelligente nell’Autorità Palestinese, regolandola da un punto di vista economico, diritti e controlli anti-inganno. E ‘quanto emerge da fonti sindacali, dopo i primi incontri con il nuovo ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. Oggi la metà dei pubblici ufficiali è in casa e svolge attività che possono essere svolte a distanza, come previsto dalle disposizioni di emergenza introdotte in ottobre e prorogate più volte, ma l’obiettivo del precedente esecutivo era quello di alzare ancora di più l’asticella e rendere il lavoro agile accessibile ad almeno il 60% dei dipendenti usa e getta dello Stato.

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Cita che l’attuale governo è disposto a tagliare a metà. Un inasprimento reso necessario dai disagi subiti da cittadini e imprese in questi mesi di prolungato smart working nella pubblica amministrazione. Lo smart working e i loro manager, il che equivale a dire che non ci sono regole da rispettare, prestazioni da garantire e diritti da garantire, con tutto ciò che questo implica in termini di qualità dei servizi forniti dai servizi pubblici. Per mettere ordine, abbiamo bisogno di quelli che vengono chiamati Pola, i piani di organizzazione del lavoro agile, che le amministrazioni centrali dovevano presentare entro la fine di gennaio (ma solo uno su tre ha rispettato la scadenza). La Pola, invece, nasce con l’obiettivo di estendere lo smart working ad almeno il 60% dei dipendenti che possono lavorare da remoto, percentuale considerata proibitiva per alcuni dipartimenti, come Giustizia e Trasporti ad esempio, per la maggior parte dei comuni e diverse Regioni, anche secondo gli esperti della Commissione Tecnica del nuovo Osservatorio Nazionale del Lavoro Agile, chiamati a valutare il Pola per stabilire il livello di efficienza.

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LA PARTE ANTERIORE POSTERIORE
Anche per questo il ministero dell’Autorità Palestinese ha deciso di modificare il proprio approccio in materia ed ha manifestato la disponibilità ai sindacati a rivedere al ribasso gli obiettivi sul lavoro agile nella fase post-Covid. La priorità del resto è rendere la PA più efficiente e se lo smart working si rivelerà un ostacolo, sarà ulteriormente ridotto. Come, come? Nelle pubbliche amministrazioni che in futuro subiranno un calo della qualità dei servizi erogati, la quota di lavoratori intelligenti potrebbe addirittura essere eliminata. Resta da vedere come si misurerà da un lato la performance delle pubbliche amministrazioni e dall’altro quella dei lavoratori agili. L’intento è quello di coinvolgere nel processo di valutazione gli utenti interni ed esterni: dirigenti pubblici, dipendenti pubblici, cittadini e imprenditori. I termini per la risposta e la pubblicazione dei fascicoli potrebbero essere uno dei criteri in base ai quali effettuare le valutazioni.
Prende corpo, insomma, il piano del ministro Renato Brunetta per regolamentare il lavoro intelligente in Autorità Palestinese. Sono inoltre previsti massicci investimenti nella formazione per diffondere il lavoro agile senza compromettere la produttività. Saranno progettate politiche di formazione su larga scala, con particolare riferimento all’IT e alle competenze digitali.

Ultimo aggiornamento: 22:42
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